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Per cominciare

mercoledì 2 agosto 2017

Lest we forget

Io credo di essere pronta.
Ogni volta che ci ho pensato seriamente trovavo scuse assurde. Non so, anche tipo "chi avviserà i clienti di domani"
Ho avuto una serata di libertà, se così si può dire, senza mia madre qui.
Vorrei dire che ci ho dato dentro, ma il mio amico tatuatore ha limitato di molto le mie possibilità di spazio.
Riesco comunque ad imbrattare la tastiera di sangue mentre scrivo.
Ho pensato di chiedere aiuto, ma non so nemmeno a chi.
Io vorrei solo essere certa che la mia scelta venga rispettata e che nessuno gli faccia del male.
Vorrei che le mie amiche venissero qui a prendersi i miei vestiti, i miei stivali, i miei dischi e i miei gioielli, e che le mie cose continuino ad avere senso per qualcun altro.
Vorrei un pensiero per me, ogni tanto, magari il giorno del mio compleanno, o, che ne so, ad Hallowe'en.
Vorrei, se possibile, che si donassero i miei organi, magari a qualcuno che ha qualcosa da fare in questa vita. Lasciatemi le cornee però per favore.
Vorrei il mio Kepri, quello bianco che abita sullo scaffale vicino ai vasi canopi, sul cuore. E' solo un pezzo di sasso senza alcun valore, ma è comunque più integro del mio cuore.
Vorrei che qualcuno si prendesse cura dei miei conigli. Sheena è malata e io non sono nemmeno in grado di darle le medicine ogni giorno.
Io non credo di essere una perdita così importante. Non per chi è importante per me.
Ho bisogno di essere abbracciata e accarezzata, ma non valgo nemmeno qualche ora da amante ormai.
La vita non può essere correre a casa per giocare a farmville, così baro e sposto l'ora come più mi serve.
Non ne posso più.
Non so se devo chiedere ancora perdono a qualcuno per i miei peccati. Non sono ancora riuscita a capire quali cazzo siano i miei peccati.
Per favore rito civile, niente chiese.
E niente. Io credo che questa cosa chiuda il cerchio. Almeno così le mie cose sono sistemate.
Vorrei sentire le Hole quel giorno.
Buttate la mia macchina, è un catorcio.
Mettetemi sottoterra col mio pentacolo, e con i due ankh appesi alla porta d'ingresso, così mi riconosceranno e potrò aprire ogni uscio

lunedì 24 luglio 2017

Larve

La larva è una figura ricorrente nella mia vita, sia fisicamente che metaforicamente... che esotericamente.
Dovrebbe essere meraviglioso essere una larva. Mangi, mangi, mangi... poi dormi e ti svegli fighissima.
Marilyn Manson ci ha fatto un concept sulla metamorfosi della larva...
Per il mio lavoro la larva ha diverse funzioni... può essere cibo per pazienti insettivori... o può essere una cosa schifosa: la miasi.
Non c'è bisogno che io stia qui a spiegare dal punto di vista scientifico cosa sia la miasi. In soldoni tu hai un problema, di vario genere, sei debole e hai poche difese. Ti viene una piaga, per l'urina, per l'umido, per una ferita, e le mosche ci depongono le uova. Vengono fuori i cagnotti, e ti mangiano viva.
Questa è in soldoni la miasi.
Ha uno degli odori più schifosi della terra, e si riconosce subito.
Fa già schifo di suo, e non è sempre facile farci l'abitudine.
A me fa schifo, ho difficoltà a vederla e curarla, ma da quasi un anno a questa parte è peggio.
A maggio dell'anno scorso una collega gentile ha fatto un'ecografia alla mia vecchia cagnolina. Ha visto noduli, una milza enorme.
Siccome la mia cagnolina aveva difficoltà di deambulazione, non potevamo permetterci di lasciare quella milza lì, e aspettare che si rompesse da un momento all'altro per una caduta.
Sono andata in sala operatoria. Ho tolto una milza gigantesca e tumorale al mio cane. Ho visto inquietanti noduli su fegato e pancreas. Ho finto di non vedere e richiuso.
Lei è partita con i miei genitori per andare al lago. Ha passato una bellissima estate.
Poi a metà settembre io avevo un impegno di lavoro, l'ultimo che ho portato a termine, e dovevo andare a Cremona. Avevo barattato quel sacrificio con un vantaggio ad ottobre che mi serviva.
Mia madre è scesa a casa per accudire gatti e conigli, io sono partita.
Mi ricordo che quell'evento lavorativo, conclusosi di venerdì, mi aveva dato grandi soddisfazioni, avevo ricevuto dei riconoscimenti, delle conferme, delle gentilezze.
Mentre a Cremona ero in strada col trolley e mi stavo dirigendo alla macchina, ricordo di avergli mandato un messaggio, dicendo "tu rendi migliore la mia vita e mi fai desiderare di essere una persona migliore". Credo di non averlo mai detto a nessuno.
Torno a casa, un po' di chat con cam. Gli chiedo se lunedì sera, passato il week end e senza mia madre, avremmo fatto qualche porcheria... almeno via chat. Mi mancava.
Mia madre parte lunedì presto, io vado al lavoro.
Mi chiama verso l'ora di pranzo, addolorata, spaventata, incazzata nera con mio padre.
La miasi aveva preso il mio cane. E mamma dava la colpa a papà.
Scendete subito. Venite subito da me.
Un mio amico e collega ha aspettato con me, per aiutarmi.
Siamo partiti con la terapia. dopo un paio di ore di pulizie, mamma e papà son tornati a casa col cane.
Lui mi scrive un messaggio
"quando sei libera? ho bisogno di parlarti"
Usava sempre la parola bisogno. Di me aveva bisogno.
Trovo il tempo e mi faccio chiamare.
Credevo volesse sapere come stava il cane e consolarmi, come aveva fatto neanche un anno prima con il mio gatto.
Invece era sconvolto perchè per una catena senza fili erano infine arrivate a lui le voci che circolavano. Le mie tre amiche che mi hanno tradito.
Credevo mi chiamasse per consolarmi e starmi vicino. Invece era per dirmi che non ci potevamo più vedere.
Due giorni dopo, mercoledì, mi ha detto che, nonostante il suo più caro amico gli avesse consigliato di andare a vivere la sua vita, lui aveva deciso di non vedermi più.
La mia cagna è morta quel giorno, in un abbraccio d'amore.
Io sono morta due giorni prima. Il 12 settembre. In mezzo alle larve.


mercoledì 19 luglio 2017

Gli scherzi della mia memoria

E' curioso... immagino che se le informazioni scolastiche ed universitarie mi rimanessero impresse nella memoria così come altre cose, così vivide e chiare, mi sarei laureata perfettamente in corso e soprattutto sarei brava a studiare e a ricordarmi le cose.
E invece no.
8 mesi fa. Facevo la doccia. Non c'era quell'entusiasmo da ragazzina eccitata che precedeva ogni bonifica prima di vederlo, perchè sapevo che non sarebbe stato un incontro totalmente felice al 100%.
Ma facevo la mia doccia, canticchiando "pennyroyal tea" e cospargendomi di caprifoglio. La mia pelle ha sicuramente un odore, che io non sento (a parte quando puzzo per le giornate di lavoro tremende) ma mi ricopro sempre di caprifoglio. Il caprifoglio è il profumo che mi contraddistingue.
Dovevo preparare una borsa non troppo grande che mi permettesse di entrare non osservata e di contenere quel che poteva essermi utile per andare direttamente al lavoro il mattino dopo. Ma non volevo pensare al mattino dopo.
Pochi mesi prima di quel tardo pomeriggio, e ci stavo pensando, ero in costume, in spiaggia, con la mia amica e il suo futuro marito, e scherzavamo sui travestimenti da mettere in atto per entrare negli alberghi... impermeabili di colori improponibili, cappelli, grandi occhiali da sole, parrucche (nera principalmente, come tanto piace al mio amico). E poi lui si è fatto serio e mi ha chiesto "ma, sinceramente, se ti dicesse che mollerebbe tutto per te, saresti pronta a prenderti il bagaglio a mano?" Si riferiva ai bambini.
Ricordo di aver risposto di si, che ci avevo pensato tanto, ma che la risposta era si... e ho sdrammatizzato ridendo e dicendo "te la immagini la comodità di avere dei figli che ha partorito un'altra? non devo nè soffrire nè smettere di fumare!" e sono andata avanti a tracannare la mia birra in riva al lago.
Quel tardo pomeriggio, mentre mi acchittavo per andare da lui, avevo proprio pensato a quella conversazione con il mio amico, al suo sguardo. Io mi conosco. E chi mi conosce sa cosa penso dei bambini. E quel mio amico conosce il valore della mia risposta. Non so, mi era venuto in mente. E anche questo fa parte della mia memoria.

Dovevo raggiungere un posto a me stranoto distante una decina di minuti da casa.
Mi sembrava un incredibile scherzo del destino. L'albergo è situato accanto al centro commerciale da cui avevo iniziato a scrivergli messaggi watsup... Gli avevo mandato la foto del dvd del film realizzato da Frances Bean, e per altro lì ero tornata durante una pausa pranzo per comprarne una copia per lui... che gli ho dato mesi e mesi dopo. Gli avevo mandato la foto per schernirlo dolcemente, visto che non era andato al cinema a vederlo, e lui mi aveva risposto "pensami mentre lo guardi" e forse era rimasto stupito quando ho ribattuto con un "io ti penso sempre".
Aspettavo la chiamata, il segnale, puoi partire.
Ricordo ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento... l'abito asimmetrico, gli scarponcini col tacco, le calze coprenti e il reggicalze, il cappotto grigio.
Ho ascoltato i megadeth lungo la strada e sono entrata nella hall senza curarmi di guardare se intorno a me qualcuno potesse conoscermi, dicendo buonasera agli impiegati e recandomi con passo sicuro verso le ascensori, come se sapessi perfettamente muovermi dentro quell'albergo, in cui entravo per la prima volta.
Con civetteria e paura mentre l'ascensore saliva ho controllato le mie calze, mi sono sincerata di essere in ordine. Sono arrivata al piano e ho trovato la porta.
Ho bussato.
Mi è stato aperto.
Ho sussurrato un flebile ciao, poi lui era così vicino che non era neanche più possibile respirare l'ossigeno, solo il suo profumo, e la cosa prende il cervello.
Non saprei neanche in quale ordine la borsa, il cappotto, il vestito siano caduti per terra.
Sentivo solo lui che mi sussurrava "finalmente", come ogni singola volta che ci siamo visti. Anche quando si svegliava al mattino dopo aver dormito insieme. Finalmente.
E mentre la sua maglietta bianca e i suoi jeans sparivano, io, non so come, ero per terra, con addosso solo calze e scarpe, e il reggicalze sgualcito e sganciato.
Credo che non possa esserci niente di più bello della passione sfrenata e senza limiti di due persone che si amano. Non è come essere appagate sessualmente da qualcuno che ci sa fare. C'è solo un uomo per te che sia in grado di farti sentire completamente a tuo agio, principessa e puttana, al suo servizio per il tuo, completamente compatibile con ogni angolo o curva del tuo corpo.
Tutti i baci meravigliosi e trasportanti della vita impallidiscono quando trovi QUEL bacio... e sei felice di averne dati tanti prima, così da avere un riscontro valido, quasi scientifico.
Quel momento in cui vorresti solo avere più paia di braccia, tipo dea Kali, al solo scopo di abbracciarlo di più.
Quando tutto è così perfetto e meraviglioso che non ti rendi conto nemmeno di dove tu sia, perchè senti solo la sua pelle, non senti più le lenzuola ruvide di un albergo, o quelle soffici e colorate di casa tua. e credi di volare. Perchè le cellule deputate a trasmettere le sensazioni tattili sono tutte concentrate sul suo corpo, sulla sua presa, sul suo calore. E non esiste letto, pavimento o parete. Sei solo con lui, lui ti tiene, tu lo tieni.
Inutile star qui a descrivere dettagli più o meno pornografici riguardo tutto il resto.
Ad una certa della mia vita io ho provato queste cose con un uomo. Ad un certo punto c'era una persona che mi faceva sentire bella, al mio posto, giusta, col desiderio di essere migliore.
Ad un certo punto io ho trovato la mia persona.

Dopo diverse ore si è addormentato, tutto infagottato come un bambino. Gli ho fatto una foto. Russava. Allora io mi sono messa a cantare The Hunging Tree perchè l'ha sempre fatto smettere.
Ho aperto il prosecco dal frigobar e ho bevuto alla sua salute mentre dormiva.
Quell'ultima notte non ho voluto dormire.
Dormire tra le sue braccia è una delle esperienze più meravigliose che io abbia mai fatto in vita mia, ma ho preferito privarmene per quella notte.
Ho preferito guardarlo in silenzio fino a che è sorto il sole, abbiamo bevuto insieme il caffè, abbiamo fatto l'amore l'ultima volta.
Poi si è vestito.
Si è sistemato la cravatta, si è seduto vicino a me e mi ha detto "sono pronto"
poi si è messo a piangere, dicendomi che non era vero, non era pronto.
L'ho baciato e gli ho detto "da oggi, ogni volta che bacerai qualcuno, fallo ad occhi aperti, perchè se li chiuderai, vedrai me".
La mia piccola maledizione d'amore.
Poi se n'è andato.
Mi sono vestita, sono uscita dall'albergo. Ho aperto la borsa del lavoro nel bagagliaio della mia macchina e, con le forbici che il mio buon cugino Luigi mi aveva fatto rubare in ospedale un giorno che gli avevano fatto male, ho tagliato una ciocca di capelli. L'ho riposta in un sacchetto igienico rubato in bagno e gliel'ho legata all'auto.
Ed è stata l'ultima volta che l'ho visto.
Otto scritto in orizzontale è il segno dell'infinito...

Non so se posso riuscire a spiegarmi ma, se mi leggete, magari nel buio della vostra stanza, guardate la persona che dorme accanto a voi, cercate di capire se, almeno lontanamente, provate quello che provo io per la mia persona. Se capite, smettetela di giudicarmi male. Se non capite, non giudicatemi affatto.
Io ho provato quel che non pensavo si potesse provare.
Non voglio passare il resto della mia vita per procedere a tentativi nella speranza di rievocare certe emozioni.

Io sono stata fortunata, ho conosciuto qualcosa che molti nemmeno immaginano. L'amore vero.
E niente, non posso farne a meno.
E non ha alcun senso vivere senza.

domenica 9 luglio 2017

Fritto misto

Succede di tutto
Non sono in grado di sostenere una visita ginecologica, madre e dottoressa si coalizzano contro di me.
Madre che cerca il brucaliffo al lavoro per tre giorni e ci parla.
Madre che ti obbliga ad andare dallo psicologo.
Madre che chiama direttamente lo psicologo.
Psicologo che ti chiama.

Non ne posso più

Guardo alla mia sinistra, il mio comodino... si perchè sono a letto. Ormai sono mesi che non mi porto più il portatile a letto... non serve più ormai.
Per alienarmi dal mondo giocando a farmville fino alle cinque del mattino basta il telefono.
Mi avvicino il meno possibile al computer. Mi ricorda di mesi e mesi di notti, ogni notte, passate a guardarlo attraverso lo schermo, tutto pieno di ditate. Come se a toccare la sua immagine sullo schermo potesse in qualche modo servire a sfiorarlo.

Guardo alla mia sinistra il mio comodino... bellissimo, foglia d'argento, un'occasione incredibile su ebay. Mi ha sempre fatto ridere il fatto di aver comprato i comodini su ebay.
Il primo cassetto, quello che una volta conteneva i beni di prima necessità (pillole anticoncezionali, limetta per le unghie, palline thailandesi, il mio bellissimo dildo, sigarette di scorta con accendino) ora sembra una farmacia ambulante... tavor in più dosaggi, benzodiazepine varie, melatonina, antistaminici... e lui... lo scatolino di gardenale. I barbiturici.
E' lì, intonso, comprato a gran fatica. Tutto programmato.
Poi, due giorni dopo, il ricatto. Il peggior ricatto che si possa fare. Minacciare di fare del male alla persona amata.
La persona amata in realtà stasera al telefono mi ha risposto con un fare seccato... dimmi... sto dando fastidio.
Sento male.
Sento tanto male che neanche lo so descrivere.

Non ho ancora deciso come gestire la cosa. Nel giro di 10 giorni sarò costretta ad andare dallo psichi. non riesco nemmeno a razionalizzare come fare, cosa fare.
Sedermi lì e tacere per un'ora?
Sedermi lì e piangere per un'ora?
Sedermi e vendicarmi di quello che mi hanno fatto raccontando tutto il rancore che ho nei confronti dei miei genitori per non essersi separati?
Tanto mia madre vuole sapere come procede l'analisi.
Mi sento così umiliata.
Mi sento come se mi avessero reciso la femorale e mia madre fosse lì a dirmi "e ma insomma che palle non potresti sforzarti di non sanguinare?"

Non voglio fare più niente,
Non voglio fare più niente di niente
Voglio morire e voglio rendere pubblico che sono stata ricattata nel caso ci riuscissi.

domenica 25 giugno 2017

La morte del cigno

Stasera ho provato a guardare "Il cigno nero", film ormai vecchio che ho sempre boicottato in quanto non mi ispirava minimamente. Inoltre c'è la Portman che non è esattamente la mia attrice preferita.
Va beh il film mi ha fatto cagare per una serie di motivi che non hanno grande significato... ma ci sono delle scene...
Ovviamente la Portman ha una controfigura in quanto non è una ballerina. Quando alla fine del film ci sono le scene durante la prima dello spettacolo lei viene inquadrata in viso (con grande maestria per dare il senso del movimento, visto che non si può vedere a figura intera) e la si sente respirare, nonostante la musica stupenda.
Inquadrano i piedi della ballerina, si sente il rumore delle punte sul pavimento.
Si vedono scene di preparazione delle punte stesse, la rottura della suola, i colpi sul pavimento, il cucire nastri ed elastici, il tagliuzzare la suola.
Ho pianto.
Non voglio dire che mi manca, perchè non è che danzare mi manchi in sè... mi manca come ero. Mi manca quell'anno in cui ero così felice da riprendere in mano totalmente la mia vita e decidere, fra le altre cose, di fare molti sacrifici (anche economici) e riprendere a danzare.
Non sono mai stata la più brava, inoltre col mio fisico e il mio seno sono veramente poco credibile come ballerina... ma lo facevo con passione ed impegno... fino a dove il mio semitendinoso infortunato e il mio legamento crociato di pongo potevano spingersi.
Ho passato una vita a studiare in apertura davanti all'armadio, o coi piedi incastrati tra le sponde del letto per fare stretching anche alle due di notte.
Per anni ogni volta che ero triste o nervosa mi alzavo dal letto, mettevo le punte e facevo échappé fino a farmi sanguinare le dita.
Ho perso unghie, ho le piante dei piedi spesse, con i calli dovuti alle suole delle mezze, posso camminare sulla sabbia calda e sentir fastidio 10-15 secondi dopo una persona normale.
Lo studio della danza, classica, jazz, moderna, di carattere e hip hop mi ha insegnato tanto. Non mi ha mai raddrizzato le spalle ma mi ha dato gambe stupende e un culino piccolo e inutile, ma di marmo. Mi ha insegnato la disciplina, il rigore, l'impegno, la pazienza, e il desiderio di riuscire a fare cose più o meno impossibili, coordinando parti del corpo.
Ho lottato per tutta l'infanzia per poterlo fare, la mia prima iscrizione è arrivata in seconda media... e mi ricordo che avevo chiamato il mio fidanzatino per dirglielo, piangevo di gioia quando finalmente mi hanno lasciato andare.

Poi gli infortuni, gli impegni universitari. Non riuscivo più a stare dietro a niente a causa dell'università... ho lasciato tante cose una dopo l'altra. L'ultima fu la danza.
L'anno scorso, quando avevo ricominciato a vivere e stavo bene, mi era sembrata la cosa più normale del mondo iscrivermi di nuovo. C'era voluto un po' per trovare una scuola, per accomodare i turni di lavoro, per trovare i soldi.
Ma ero così felice... Mi ricordo il giorno in cui sono andata dietro alla Scala a comprare le punte nuove... mi ero vestita bene e mi ero truccata. Avevo preso la metropolitana sorridente. Sorridevo a tutti.
Poi mi sono seduta su una panchina in centro a rimirare il mio acquisto, per poi tornare di corsa a casa a cucire, rompere suole e provare qualcosa davanti allo specchio della camera da letto.

E' incredibile come non sia possibile per me riprovare quel tipo di emozione, come io sia così tanto disperata da non poter trovare conforto in quello che ho sempre amato... solo perchè ho trovato un amore più grande che mi assorbe.
Niente serve più a niente.
E soprattutto, nonostante le versioni assurde, Odette alla fine, per amore di Sigfrido, si sacrifica e muore



sabato 17 giugno 2017

Se questa è una ragazza...

Ragazza poi... mia madre continua a farmi notare come ormai ho quasi 40 anni, e me lo dice nell'ottica "svegliati, non sei più una ragazzina"
Ogni volta che qualcuno mi ricorda la mia età a me viene solo da pensare che quindi, se non ho concluso niente prima, tutto sarà solo più difficile poi.
Tra lacrime e urla ho detto a mia madre, che continua a cercare di mandarmi dallo psichi, che cosa lo psichi diceva del Brucaliffo. Le ho spiegato in che modo, dopo il primo corso di novembre 2009, ho cominciato a scegliere cosa frequentare per la mia formazione. Ho sempre gestito tutto come se il programma di corso fosse il bill di un festival, ma senza special guest restava l'amaro in bocca.
Non so ancora cosa riuscirò a fare giovedì alla mia visita annuale. E' buffo... sono 23 anni che bazzico tra ginecologi, ecografisti... La mia stupida malattia mi ha portato ovunque. Da ragazzetta volevo solo dottoresse donne. Poi, per forza di cose, mi è capitato di tutto, compreso il plotone di specializzandi. Me li ricordo, buffi, tutti in piedi davanti alle mie gambe divaricate, a chinarsi per guardare un po' me un po' lo schermo, annuendo e arrossendo quando io parlavo di sincopi ed episodi lipotimici... e loro non sapevano di cosa stessi narrando. Non mi ha mai imbarazzato. Voi siete i medici, io sono la carne malata su cui voi dovete intervenire.
Il 70% delle visite e degli accertamenti fatti negli anni sono stati dolorosi. E per dolorosi intendo da antidolorifici per riprendere non dico a camminare, ma almeno una postura eretta subito dopo.
Per dare un'idea dei dolori a cui sono da sempre abituata, quando ho avuto le mie prime coliche renali, ho sopportato quasi 48 ore, pensando "ma si tanto è lo stupido utero".
Il dolore non mi spaventa.
Ma sono terrorizzata all'idea della visita.
Mi sento come se dovessi andare a farmi stuprare consapevolmente. Con dolcezza, per una buona causa (??). Non riesco a pensare di riuscire a sopportare. E non è mai stato un problema.
Vorrei non dover essere visitata. Vorrei che mi visitasse per trovare qualcosa di incurabile.
Non sono pronta a stare nuda sul lettino a fare la palpazione del seno.
Ad aprire l'agenda e vedere l'orario dell'appuntamento mi manca il respiro e comincio a sentirmi male.
Non ci posso credere che qualcuno mi debba toccare.
Non ci posso credere che mia madre mi abbia detto di far contento qualcuno interessato a me anche se a me non interessa, pur di fare sesso
Anche tu hai bisogno di qualcuno che ti coccoli, magari non ti innamori, ma almeno qualche ora di vita.
Le sagge parole di chi scopa da sempre come se fosse pranzare alle 12 o fare pipì al mattino... è un'esigenza fisiologica, trova qualcuno per svolgerla.
Sono atterrita
Sono senza fiato.
Non riesco a girarmi, guardarli in faccia e dirgli MA PERCHE' CAZZO NON VI SIETE SEPARATI CHE SAREMMO STATI MEGLIO IN 4 O FORSE ANCHE IN 6 PIU' ULTERIORI FIGLI?
Ma davvero io mi devo sentir dire da mia madre di trovarmi qualcuno per scopare?
A parte che in 25 anni di onorata carriera da un letto ad un altro, non ho mai avuto bisogno di farmi dire da qualcuno che dovevo scopare, sceglievo e scopavo.
Uomini, donne, coppie... ho fatto tutto quello che volevo. E se chi desideravo non mi corrispondeva, boh peggio per lui.
Ma sentirmi dire da mia madre che devo scopare...

mercoledì 14 giugno 2017

Un aspirante suicida parla con la sua anima

Aprii la mia bocca alla mia anima, che potessi rispondere a ciò che aveva detto: “È troppo per me oggi, che la mia anima non discorra con me! È davvero eccessivo per esagerazione, è come se mi ignorasse. Non se ne vada la mia anima, ma aspetti per me […]. [Essa sta] nel mio corpo come una rete di corda, ma non le avverrà di evitare il giorno della disgrazia. Ecco, la mia anima mi porta fuori di strada, ma io non le do ascolto; mi trascina alla morte, prima che sia venuto a essa, e mi getta sul fuoco per bruciarmi […]. Si avvicina a me il giorno della disgrazia, e sta da quel lato come farebbe un [demone?]. Tale è colui che esce fuori per portarsi a lui. O mia anima, che sia incapace di consolare la miseria in vita, e mi scoraggi dalla morte, prima che sia venuto a lei, fa’ dolce per me l’Occidente! È forse una disgrazia? La vita è un’alterna vicenda, e anche gli alberi cadono. Passa sopra il male, perché la mia miseria dura. Thot mi giudicherà, lui che pacifica gli dei! Khonsu mi difenderà, lui che è lo scriba per eccellenza! Ra udrà le mie parole, lui che comanda la barca solare! Mi difenderà Isdes (Thot) nella Sala Santa, perché il bisognoso è pesato [coi pesi] che (dio) ha sollevato per me! È dolce che gli dèi allontanino i segreti del mio corpo!” Ciò che la mia anima disse: “Non sei forse un uomo? Tu invero sei vivo, ma qual è il tuo profitto? Prenditi cura della vita (?) come (se tu fossi) ricco”.
“Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore degli avvoltoi, un giorno di estate, quando il cielo è ardente. Ecco, il mio nome puzza, ecco, [più che il fetore ] di un prenditore di pesci, un giorno di presa, quando il cielo è caldo. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore delle oche, più (che il fetore) di un canneto pieno d’uccelli acquatici. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore dei pescatori, più che le insenature paludose dove hanno pescato. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore dei coccodrilli, più che star seduti presso le rive piene di coccodrilli. A chi parlerò oggi? i cuori sono rapaci, ognuno prende i beni del compagno. (A chi parlerò oggi?) La gentilezza è perita, la violenza si abbatte su ognuno. A chi parlerò oggi? Si è soddisfatti del male, il bene è buttato a terra dovunque. A chi parlerò oggi? Un uomo che dovrebbe far adirare per le sue azioni malvagie, fa ridere tutti per il suo iniquo peccato. A chi parlerò oggi? Si depreda, ognuno deruba il suo compagno. A chi parlerò oggi? Il criminale è un amico intimo, il fratello insieme al quale si agiva è divenuto un nemico. La morte è davanti a me oggi, come quando un malato risana, come l’uscir fuori da una detenzione. La morte è davanti a me oggi, come il profumo della mirra, come seder sotto una vela in una giornata divento. La morte è davanti a me oggi, come il profumo dei loti, come seder sulla riva del Paese dell’Ebbrezza. La morte è davanti a me oggi, come una strada battuta, come quando un uomo torna a casa sua da una spedizione. La morte è davanti a me oggi, come il tornar sereno del cielo, come un uomo che riesce a veder chiaro in ciò che non conosceva. La morte è davanti a me oggi, come quando un uomo desidera veder casa sua, dopo molti anni passati in prigionia”. Ciò che disse la mia anima a me: “Butta la lamentela sul piolo (?), camerata e fratello, fa’ offerte sul braciere, attaccati alla vita come ho detto. Desiderami qui, rinvia per te l’Occidente
Quando giungerai all’Occidente
Dopo che il tuo corpo si sarà unito alla terra, e allora abiteremo insieme”.

venerdì 9 giugno 2017

Il buio... più blu

Da sempre sono appassionata, in maniera quasi macabra e malata, ai casi di cronaca nera del nostro paese, Sono affezionata telespettatrice di "Chi l'ha visto", anche da bambina, quando c'era la Raffai e si chiamava "Telefono giallo". Ero in diretta mentre cercavano Elisa Claps, e uno dei miei primi ricordi di infanzia sono i manifesti blu sui muri con il viso di Emanuela Orlandi.
Senza passione, senza interesse, solo per inerzia perchè è mercoledì sera, continuo a guardare, da sola o talvolta in compagnia, la Sciarelli e i suoi servizi.
Ormai sono settimane che dappertutto si parla di blue whale.
Mi sento così empatica nei confronti dell'ingenuità di quei poveri bambini e ragazzini che ci sono cascati, che in qualche modo se la sono cercata, che hanno dietro dei genitori che non sono neanche stati in grado di accorgersi che alle 4 del mattino i loro figli di 9 anni uscivano di casa.
Ho cominciato onestamente a chiedermi se potrebbe essermi utile.
Nel senso... ormai mi è chiaro ed evidente quel che desidero. Ormai non ho più alcun tipo di speranza di essere felice, perchè la felicità vera, il benessere dell'anima e la libertà della mente le ho conosciute, e non ne posso più fare a meno.
Ciò nonostante, non riesco a trovare il coraggio di fare da me e togliermi di mezzo. Non mi è chiaro esattamente di che cosa ho paura... di fare male agli altri forse, ma nessuno si è mai posto il problema di fare male a me... di sentir dolore forse, ma a conti fatti non so cosa potrei sentire di peggio di così... che io mi ricordi neanche le più forti crisi di endometriosi sono mai state così dolorose...
Perchè sento dolore ovunque, non solo nella mente, non solo per le lacrime. Io sento proprio dolore fisico... un po' forse per una questione di suggestione, ma anche perchè in qualche modo me le vado a cercare.
Ho difficoltà a curarmi e prendo le mie medicine a giorni ad minchiam, questo provoca perdite inquietanti e forti dolori all'utero, ma faccio finta di niente. Quando mi ricordo di mangiare mangio minchiate e questo non va proprio d'accordo con un'intolleranza al lievito, di conseguenza le coliche e il dolore intestinale mi accompagnano, ma faccio finta di niente. Quando mi impongo di non mangiare e di non bere, lo stomaco brontola, i crampi sono forti, ma faccio finta di niente. La poca acqua mi predispone alle coliche renali, ma faccio finta di niente. La sera non riesco a dormire e vegeto per ore sul divano, fumando una sigaretta dietro l'altra. Respirare mi fa male, e tre pacchetti al giorno concentrati in poche ore non sono il massimo quando già l'allergia alla stupida primavera mi sta ammazzando da sola. Ma faccio finta di niente. Poi assumere posizioni fetali in bilico tra la seduta e la penisola del divano mi porta a forti dolori anche ai fianchi e alle anche, visto il mio conflitto femoro-acetabolare, ma poi passata la mattinata riesco a camminare quasi bene, quindi me ne frego anche di questo. Durante le mie 2-3 ore di sonno, quando riesco a dormire, bruxo come un ruminante e mi sto rompendo tutti i denti del ponte. Oltre a cominciare a mostrare la parte interna, che è nera e socialmente non accettabile, i denti mi fanno davvero molto molto male. Per questo però ho chiamato il dentista, aspetto un appuntamento.
Non so di quale terribile dolore fisico potrei aver paura... ma ho comunque paura. Non credo che quello che al momento mi fa ancora temporeggiare sia la speranza, perchè di speranza io non ne ho più. Sono stata aiutata questa settimana, mi hanno ascoltato, ma immagino che se avesse potuto funzionare qualcosa sarebbe già successo. Invece è venerdì e ancora non è successo niente.
E poi ieri sera gli Slayer, e poi qualche settimana fa Twin Peaks, e poi tutto il resto. Non ci sono più, io non ci sono più.
E' un attimo abituarsi alla gioia, alle piccole cose quotidiane, come il messaggio del buon giorno o alle immagini di sorrisi e sguardi sognanti in chat. Alla voce dolce durante le telefonate.
Invece abituarsi al contrario no, non è rapido, non è semplice. Anzi è proprio impossibile.
Inoltre le cose a questo correlate sono veramente troppe, e insostenibili. Non so più come girarmi. Potrei forse continuare così per inerzia, ogni giorno svegliarmi stanca e in lacrime, pulire casa, nutrire i conigli, andare al lavoro, sentirmi inetta, tornare a casa, bere, piangere, bere, dormire verso le 5. Tutti i giorni, per sempre. Potrei. Ma non ci riesco. Anche solo pensare a come provvedere a me stessa e alla mia frustrazione mi manda fuori di testa. Il lavoro mi distrugge. Il desiderio di essere baciata e coccolata mi ammazza. Questa cosa mi sta imbruttendo in maniera rapidissima, mi sembra in quasi 9 mesi di essere invecchiata fisicamente tutto quello che mi era stato risparmiato. Vedo rughe che prima non c'erano, vedo cose sul mio corpo che prima non vedevo. Spero di tornare al più presto a sentirmi almeno un mostro indegno, visto che riuscire a darsi le colpe è utile, utilissimo per odiarsi e lasciarsi andare in maniera completa.
Ma poi mi ricordo che mi sono sentita un cesso per tutta la mia vita, indipendentemente da quanti uomini e donne io abbia avuto, fino a che non c'è stato lui. E la sensazione piacevole di sentirsi belle per qualcuno è talmente appagante che una volta provata è difficile rinunciarci. Passi un'esistenza a chiederti cosa puoi aver mai fatto di male per essere così incoerente tra quello che ti senti dentro e il modo in cui il tuo corpo occupa spazio, che quando finalmente trovi qualcuno che quello spazio te lo spiega e rende tutto semplice e liscio come l'olio non puoi rinunciare.

E allora pensi alla balena. Mi chiedo se potrebbe servire, se potrebbe essere utile avere una guida che mi dia quella spintarella di cui ho bisogno. Che mi aiuti a farla finita al più presto. Io non ne posso più. Non riesco più a capacitarmi degli eventi.
Non posso andare avanti, e a nessuno frega niente, nessuno mi prende sul serio... passerà...
Nessuno cerca di aiutarmi col lavoro, perchè tanto dico cazzate.
Tutti si congratulano con me perchè mi sforzo di uscire di casa e faccio delle cose, senza rendersi conto che non è un tentativo di tornare alla normalità, ma solo un contentino che faccio per gli altri.

Non so più cosa leggere per capire quali farmaci devo prendere per non fare errori.
Io me ne voglio andare

domenica 4 giugno 2017

End Games

Il tempo continua a passare inesorabilmente, e io mi sento sempre più persa e depressa.
Faccio la doccia, mi lavo e penso mentre mi spalmo il bagnoschiuma alle sue mani che mi accarezzavano.
E mi viene voglia di aprirmi la pancia e tirarmi fuori gli organi.
E' un week end di pseudoponte, ci sono serate... ne ho già fatte 3 di 4, e niente, non ho nessun tipo di soddisfazione.
Giovedì sera mi hanno pure messo le Babes in toyland in pista, evento che si è verificato una sola volta nella mia vita, alla festa dei miei 15 anni. Niente, solo gridato, gridato con tutta la mia forza pensando alle tre grazie che mi hanno sputtanato, visto che il pezzo era Bruise Violet.
Penso di continuo a miscugli di medicine per potermene andare, e non riesco a trovare una soluzione. Se devo essere sincera, sto cominciando a pensare seriamente a cose tipo vasca da bagno e lametta... non voglio sfracellarmi sull'asfalto, il corpo deve essere preservato.
Il lavoro è sempre più un delirio. Non sono in grado di condurre neanche visite apparentemente semplici e i miei colleghi mi fanno sentire un'inetta.
Non mi è mai piaciuto il mio lavoro, ma era una cosa che avevo. In qualche modo mi dava soddisfazione essere brava in una cosa di cui non mi è mai fregato nulla. Ma ora sono completamente priva di resilienza e non riesco a fronteggiare nessun problema.
Ho cercato di parlargli di come mi sento, di quanto sto male. Mi ha solo ribadito quanto ci tenga a me, quanto sono la donna della sua vita, e come non voglia lasciare la sua famiglia, come stia cercando di sistemare le cose. Ha anche smesso di condividere su feisbuc cose per me, e ci mette le foto del suo povero bambino.
Ho provato a chiedere aiuto, ma non ottengo nemmeno che si leggano i miei messaggi.

Stavo rileggendo la lettera a Buddha, e credo di aver capito perfettamente cosa sia il peso di fingere, di essere diventati quello che si odiava... vorrei avere la stessa follia data dalla droga e lo stesso coraggio di andarmene come ha fatto lui.

Ieri, un po' più per sfogarmi che altro, ho parlato tanto con un mio collega. Ormai non me ne frega più niente e non ho più nulla da perdere, quindi ho parlato.
Le sue reazioni, il suo modo di tirare fuori la verità che ha visto, ha peggiorato le cose. Perchè tutti sanno e tutti lo vedono da anni come uno che non abbia occhi che per me... e questo alimenta inutilmente le mie speranze.
Non posso credere di non poter più fare l'amore, di non poter più passare del tempo con lui. Da quando l'ho conosciuto nel 2009 mi sono iscritta ad ogni corso possibile se lui era presente, è sempre stato con me, anche quando non doveva.
E ora arriva l'estate, e non posso non pensare all'anno scorso, quanto bene sono stata.
Quanto dolore causo ai miei amici e ai miei parenti, e non poter spiegare che non mi interessa nulla neanche di loro.
Non ho mai avuto un anno come il 2016, ho perso il mio amico, ho perso il mio cane, ho perso la mia migliore amica e ho perso il mio amore.
Mi sono completamente persa.
Non so come poter risolvere la cosa. Non voglio continuare a fingere, non ne posso più e sono esausta. Sono una brava persona, non capisco perchè mi sia dovuta succedere una cosa del genere.
Non riesco a farmi una ragione della cattiveria degli altri. Non riesco a capire perchè lui non sia con me, Perchè per una volta che riesco a trovare un uomo che non mette sè stesso davanti a tutto, devo trovarlo che mette altro davanti a sè e a me? Perchè?
E anche ammesso che il vaso di fiori cada in testa a me e non a lui, che faccio? Mi metto con un altro qualunque, scopo un po', divido le spese di condominio, fingo di essere felice... e con il lavoro che faccio?
Non c'è alcun tipo di soluzione.
L'ho capito quando è andato in onda twin peaks. Sono andata e finita.
Sono talmente lontana da me che non ho nemmeno l'istinto normale di vendicarmi con le tre stronze, o di chiamare sua moglie e spiegarle come stanno le cose.
Fosse anche solo per avere una prova vera delle cose che mi dice.

Perchè neanche ricevo risposte alle richieste d'aiuto?
Il mio dolore sta diventando sempre più insopportabile, e io non riesco a tollerarlo.

mercoledì 17 maggio 2017

Tempo libero

A volte mi chiedo che cosa facciano le altre persone durante il loro tempo libero.
Mi rendo conto che il mio lo sfrutto davvero molto male. Non so se è perchè ne ho poco o se perchè portare avanti una casa da sola ne toglie molto di più.
Forse anche perchè il mio lavoro ha, su di me, lunghi tempi di recupero, fisico principalmente, specialmente negli ultimi mesi.

La maggior parte del mio tempo libero lo passo piangendo, e guardando disperatamente annunci di lavoro su internet.
Il sito per il reclutamento che mi è stato consigliato dagli impiegati dell'agenzia in cui mi ero recata per avere aiuto in ottobre mi permette di visualizzare il commento dell'azienda che ha pubblicato o commissionato l'annuncio.
Ogni santa volta vedo una sfilza di NON IDONEO.
Mi chiedo se dipenda dall'età...
Ma temo che la causa principale della mia non idoneità sia dovuta allo stupido lavoro che ho, che in qualche modo mi ha portato, agli occhi di tutti gli altri fuori dal mio ambito, a specializzarmi in un settore particolare che non permette di tornare indietro.
Il mio lavoro è la causa di quasi tutti i miei mali... e paradossalmente è la causa principale del non riuscire a trovare un altro lavoro.
A parte quelle che sono le mie attività specifiche, io so gestire i clienti, so vendere, effettuo mansioni di segreteria, presa appuntamenti, gestione magazzino, pulizie... non capisco perchè non potrei andare bene come segretaria in uno studio medico... so scrivere una cartella clinica meglio di un medico umano...
So l'inglese, so il francese, con un po' di impegno potrei anche ricordare il tedesco...
So usare il pc, come tutti, ho gestito forum, ho gestito un blog che, prima di questo, aveva anche un certo successo.
Anche lo spettacolo... so gestire un gruppo, so organizzare eventi e date, so pianificare ordini del giorno e riunioni.
So fare un sacco di cose.
Ma sembra che niente vada bene.

Non ne posso più di alzarmi ogni mattina per passare tot ore a fare un lavoro che mi è piaciuto solo per un anno della mia vita, perchè c'era lui.
E' molto frustrante, per una competitiva come me, vedere tutti i miei colleghi passarmi davanti, fare cose importanti, essere sempre sul pezzo, quando io non posso più neanche partecipare agli incontri di aggiornamento.
Mi dicono concentrati sul lavoro, così ti distrai... no, se a casa nel mio tempo libero piango pensando a lui a livello 10, al lavoro il livello sale a 100, con l'aggravante di non poter esternare, di dover cercare di risolvere dei problemi, spesso gravi, Sarebbe utile, quando di fronte a me si prospetta un caso particolare o minimamente interessante, documentarmi, studiare, cercare di migliorare...
E invece non riesco/non lo posso più fare, non posso, non ne ho possibilità.
E come se non bastasse, alla fine del mese i soldi non sono sufficienti.

Sono davvero demotivata e non so come sia possibile pensare di tirare avanti per i prossimi decenni.
Mi sento sull'orlo della disperazione globale

domenica 14 maggio 2017

Happy mother's day

Per la festa della mamma stavo guardando delle vecchie foto... io bambina con la mamma.
Penso ai sogni che avevo.
Sarei diventata una donna forte e con un lavoro importante, proprio come lei, sarei diventata molto meglio di mio fratello, perchè avrei dimostrato quanto dura possa essere una donna.
Non mi sarei mai soffermata su stupidaggini come l'aspetto, la bellezza o la moda, perchè quello che conta è laurearsi.
Avrei avuto una famiglia bellissima con un uomo che mi amasse, profondamente ricambiato, perchè il fatto che i miei genitori non l'avessero avuto non doveva condannarmi ad un'età adulta così triste ed arida.
E non avrei mai avuto bambini, per non rovinare loro la vita.
Più o meno questo è il riassunto di quello che avevo chiaro in testa a 10 anni. Un po' farina del mio sacco, un po' imboccata dai miei genitori.
All'alba dei 40 anni sono una specie di punkabbestia sola, con un lavoro che detesto e che mi assorbe togliendomi energia.
Tutto è così rallentato che anche mettere un bicchiere in lavastoviglie sembra paragonabile a scalare il monte bianco.
La stanchezza è tremenda.
Non sono mai diventata bella, non sono mai diventata importante per nessuno, nè per il mondo.
Credevo di aver costruito delle cose, invece non ho niente di niente.
La settimana scorsa sono stata a Parigi, una specie di colpo di fortuna, ho speso 17 euro per entrare al louvre e qualche euro in bottigliette d'acqua. Una rapida piccola vacanza completamente gratis.
Il mio viaggio a Parigi mi ha fatto capire che non serve a niente andare in giro, porto tutto con me. Non serve a niente stare in piedi tutto il giorno in un bellissimo museo, anzichè al lavoro, ogni sosta bagno è utile per isolarsi e piangere.
Non c'è nulla di più romantico che piangere sui mezzi di trasporto... pieraccioni diceva il treno, ma anche l'aereo non scherza.
Prima credevo di aver bisogno di una vacanza, visto che a conti fatti è passato davvero molto tempo dall'ultima, ma ora sono sicura che servirebbe solo a pagare per piangere lontano da casa, quindi ogni possibile idea è sfumata.
A volte vorrei andare a sedermi in riva al Nilo, solo per cercare un po' di pace e di energia, ma credo di essere terrorizzata all'idea che non funzioni. E comunque per me è una spesa un po' troppo esagerata, visto che il mio fantastico lavoro mi consente a malapena di pagare le tasse.
A proposito di lavoro, stavo guidando per andare in ambulatorio, visto che non sono riuscita a trovare le forze per andare ad un evento a cui tenevo. Mi chiedevo che cosa succederà tra un paio di settimane, quando dovrò affrontare il matrimonio della mia migliore amica, sia di persona sia rimanendo a casa (in qualche modo deve passare), con il pensiero che in un mondo perfetto io quel week end dovrei essere a Rimini.
E mi sono resa conto che non importa quanto dentro di me io possa sentirmi giovane, non adulta, ancora adolescente. La verità è che sono a metà di quella che dovrebbe essere la vita media di un essere umano, e la malattia mi sta imbruttendo. E non ho niente di quel che desideravo. Non sono stata capace di fare niente. Solo soffrire. Ho perso tanto di quel tempo... e non ho concluso niente. E niente ha un senso, niente ha un significato.
Mi sono sentita sollevata quando stasera al telefono mia mamma mi ha di nuovo urlato dietro perchè non sono uscita, se si arrabbia rende le cose un po' più facili.
Io vorrei dare meno peso possibile alle persone, vorrei uscire di scena in silenzio, senza troppe scenette. Vorrei solo che si impedisse ad un numero specifico di merde di venire a fare i falsoni al mio funerale, e vorrei donare gli organi tranne le cornee.
Guidavo e pensavo che io non ce l'avrò mai un matrimonio. E mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. Io non avrò mai accanto qualcuno che mi metta al primo posto, che mi reputi fondamentale per la sua felicità,
Non ce l'avrò mai. E mi chiedo continuamente cosa sto qui a fare, con questa certezza.
La gente dà priorità a varie cose nella sua vita, ognuno ha le sue. Io, fin da piccola, ho sempre pensato che l'amore fosse la cosa più importante e, col passare degli anni e delle delusioni, mi sono convinta che l'amore per gli amici fosse più importante dell'amore per un uomo... un po' tipo la volpe e l'uva... visto che non ce l'ho, allora non lo voglio.
Ma non è così.
E ora che lo so, io non riesco a dirmi va bene, chiudi il capitolo e vai avanti a cercare altro. Non c'è altro, non ci sono speranze di miglioramento a cui attaccarsi, non c'è più niente. C'è solo la consapevolezza che qualsiasi cosa io possa trovare non sarà mai quello che volevo e avevo trovato, e sarebbe una vita di inganno.
Stanotte ho dormito, perchè avevo un impegno importante e ovviamente mi sono addormentata sul divano.
Ho sognato di avere boh 50 o 60 anni, e di essere sposata con un uomo buono che mi voleva molto bene. Ero in un ristorante con una mia amica, a cena. E lei mi diceva "Stiamo bene, i miei figli diventano adulti responsabili e felici, abbiamo ancora voglia di uscire a cena tra di noi e siamo serene nei nostri matrimoni... ti ricordi quanto sei stata inutilmente male per <quello là>, hai visto che alla fine tutto si è sistemato e sei felice?"
E io nel sogno tiravo fuori il portafoglio, che non era quello che ho adesso, ma conteneva comunque due carte di bustine di zucchero, una normale e una di canna, ripiegate tra di loro, come in un abbraccio. Non mi ricordo bene che cosa rispondevo alla mia amica, ma il senso del mio discorso era tipo sto fingendo da 20 anni per farvi contenti, sono morta dentro, piango ogni notte dal 2017 e ogni volta che faccio sesso con mio marito mi sembra di venir violentata perchè non voglio.
Io non ho più niente, ho solo due certezze nella mia vita:
1- lui non tornerà mai più da me, e non lo rivedrò mai più, perchè si rifiuta di vedermi
2- quello che ho visto nel sogno era estremamente verosimile, e so che se non faccio qualcosa per impedirlo è quello che mi succederà

E per impedire intendo porre fine.
Anche perchè... non sono in grado di sistemare due vestiti stirati al loro posto... come posso reggere ancora per anni?

Gli ultimi anni di convivenza il sesso era un optional, e stavo mesi senza essere toccata o baciata da chi viveva con me. Ma potevo sempre accoccolarmi vicino a lui mentre dormiva, o fare da sola.
Non voglio sminuire la cosa, ma se è vero che quando non c'è più quel tipo di intimità in una coppia ci si deve fare delle serie domande, allora è vero anche il contrario. Se il desiderio sessuale è forte e continuo, ma non si riesce nemmeno a far da soli, perchè è un desiderio a senso unico, allora bisogna farsi delle domande.
Se non si riesce a star sereni neanche mentre a toccarti è la parrucchiera e ti sta toccando in testa, bisogna farsi delle domande.
E mia mamma mi pressa per la visita annuale dalla ginecologa. E solo il pensiero mi angoscia profondamente. Non posso tollerare di essere toccata neanche per una visita di controllo, neanche dalla dottoressa che mi ha salvata dall'endometriosi,
Io ancora lo sento respirare vicino al mio orecchio e ancora allungo il braccio nel letto verso destra, ma non lo trovo.

Non so se è più grande il desiderio di averlo con me, o di morire.

mercoledì 26 aprile 2017

I real eyes... I realize...

Questo post potrebbe risultare, al lettore eventuale, un po' confuso.
Non mi preoccupo gran chè di come appaia il senso di quel che scrivo, a dirla tutta non sono neanche così sicura che qualcuno legga. Questo è un post "seduta di psicoterapia".
Sicuramente molte persone sono state, nella vita, sedute a parlare con uno psicologo (con lo psichiatra non si parla granchè... cmq), ancor più sicuramente molte, moltissime persone ci dovrebbero andare. Il più delle volte, per la mia esperienza, l'analisi aiuta, anche se all'inizio sei un po' scettico.

A volte capita, in analisi, che, spinta a parlare, partendo da un argomento proposto dal terapeuta, ti ritrovi faccia a faccia con una verità che in qualche modo hai sempre saputo, ma che in pratica si materializza di fronte a te come un muro (contro il quale a volte sbatti il naso) solo mentre ne parli. Come se le tue parole, man mano che escono dalla tua bocca, si animino, si materializzino, diventino di sostanza vera e palpabile. Come se non fossi neanche tu a dirle. E capisci cose. Su di te, su chi ti circonda, sui tuoi fatti privati e le tue esperienze. A furia di andare in analisi e imparare questa sorta di tecnica innata, l'esperienza si riverifica anche lontano dal terapeuta, in contesti diversi, in situazioni assurde.
E se sei un essere riflessivo, come me, poi passi il resto del tuo tempo a rimuginarci.
E così è tutto il giorno che ci penso, non ho pianto perchè le mie lacrime sono tantissime, ma le verso solo per il mio Brucaliffo. Tutti quelli che si stanno comportando di merda con me meritano la mia rabbia, il mio disappunto, sicuramente ottengono un po' del mio dolore, ma per loro non piango.
Piango solo per me e per il Brucaliffo.

Orbene, ho perso il filo a causa di una lunga telefonata (ho delle amiche che mi chiamano anche alle 23...) in ogni caso oggi ho sbarellato.
I miei genitori erano qui da me perchè vivo nell'unica casa al mondo con pareti ininchiodabili, nel senso che non ci puoi piazzare chiodi. Devi attaccare uno stupido quadretto dell'ikea dal peso di tre grammi? Importa sega, devi usare il trapano.
E visto che sono femmina e non ho un uomo che faccia per me i lavoretti, come da stereotipo, tocca chiedere aiuto a papà.
I miei genitori hanno litigato ININTERROTTAMENTE dalle 14 alle 16:30, non ne potevo più.
Nel contempo problemi e casini su vari gruppi wa, scodinzolamento totale della mia coda di paglia per post vari che appaiono su feisbuc dove sembra che l'amore trionfi sempre, basta che io non sia stata invitata, nonchè paranoie varie.
Cerco di essere carina, cerco di essere gentile ed educata, cerco di esprimermi per iscritto in un modo univoco che non dia possibilità di varie interpretazioni a seconda dei toni.
E va beh esplode un casino.
Una cosa già vista eh, niente che non avvenga regolarmente alle mie spalle da circa 7 mesi e 13 giorni (solo che c'è chi, stimolato, riesce a dirti le cose in faccia/per iscritto, poi però c'è anche chi è così stupido da andare da uno dei pochi amici che ti sono rimasti a sparlare di te). Niente io ho rotto i coglioni, tutti abbiamo passato quello che succede a te (ah si? non credo proprio visto che siete sposati/conviventi/accoppiati... a meno che voi non stiate pigliando per il culo alla grande le vostre compagne/compagni), non ci si può imbruttire per più di due settimane, devi reagire, devi di qui, devi di qua (naturalmente solo con i termini decisi dagli altri, non da te), e sbagli qui e sbagli là, non devi isolarti ma noi non ti invitiamo perchè hai chiesto di stare per i cazzi tuoi, muoriamo dalla voglia di coinvolgerti ma non te lo chiediamo perchè ti rispettiamo anche se ci hai rotto i coglioni e non siamo capaci di dirtelo, e non ti facevo così fragile.

Dunque.
Premesso che non sono interessata all'aiuto di nessuno, perchè ho ben chiaro in testa quel che voglio (stare con l'uomo che amo o avere almeno le sue briciole) e nessuno me lo può dare, io non ho chiesto niente a nessuno.
Ma proprio a nessuno.
Non ho chiesto aiuto neanche a chi vorrebbe darmelo, anche se non può. Ho tentato in ogni modo di spiegare che sgridarmi, tentare di farmi reagire, dipingermi il Brucaliffo come se fosse il capo degli stronzi interplanetari non solo non serve a niente, ma peggiora terribilmente la situazione.
In questi mesi le ferite peggiori con la mia lametta me le sono provocate proprio subito dopo che qualcuno mi aveva detto cosa dovevo fare e perchè.
Però di contro posso morire da sola serenamente, tutti questi aspiranti aiutanti non fanno niente, che ne so, per portarti fuori di casa, per passare del tempo con te (e io esco regolarmente almeno una volta a settimana, per bere e cercare di spalmarmi lungo il rientro in auto), ti invitano solo per cose a cui sanno benissimo che dirai di no, perchè già non mi frega niente di nulla, figuriamoci cosa me ne può fregare di quello di cui non mi importava niente PRIMA.
E allora mi chiedo, in tutto questo menefreghismo totale, in tutti questi modi per aiutare la povera finta depressa che rasentano l'insulto, visto che tanto siete tutti più bravi, più forti e più guerrieri di me, ma esattamente, qual è il vostro problema?
Poi ho capito.
Gridando in casa CHE CAZZO SI ASPETTA LA GENTE DA ME? ho messo insieme i pezzi.
Ho messo insieme l'atteggiamento che la gente (quasi tutta, devo ammetterlo, non tutta) sta tenendo nei miei confronti, l'atteggiamento tenuto nei confronti di persone che, anche se per altri tipi di problemi, sta passando una seria crisi depressiva, l'atteggiamento di tutti i superfighi che ne hanno passate tante ma le hanno brillantemente superate
E ho capito.
Nella mia vita ho risolto i problemi di moltissime persone, sono stata importante (mai fondamentale, mai al primo posto, ma importante si) per tantissimi che avevano bisogno di una spalla su cui piangere, di un'amica fidata su cui contare, di una compagna comprensiva e anche di un individuo alternativo eventualmente da sfoggiare alle feste.
Come tutti, forse anche un po' di più, ne ho passate di tutti i colori, e ho dei traumi dentro di me che sono difficili da superare... i problemi dei miei genitori, le faide in famiglia per far morire mia nonna, mio nonno e tutto quello che ha fatto di cui non parlerò mai online, i rischi che ho corso con delle persone di cui non parlerò mai online, Paolo, come mi ha trattata e come, grazie a quello detto sopra, non sono stata in grado di gestire, la sla e la morte di mio cugino Luigi, la tossicodipendenza e la morte (l'omicidio?) di mio cugino Alessandro, l'aggressione subita quando avevo 13 anni, i segreti che mi porto dentro (perchè io lo so mantenere un segreto, stramaledette puttane), il trauma dell'amica, della sorella dell'amica e dell'ex compagno con seri disturbi alimentari, gli amici portati via dalla droga, la malattia all'utero e i seri problemi ai denti, con tutto il dolore fisico e psicologico che hanno provocato e provocano, la scelta sbagliata di una professione per litigare con una ex suocera e tutti i danni che questo ha comportato, i problemi con l'antonio, i problemi con walter... potrei andare avanti all'infinito.
Ma tanto i miei problemi sono meno importanti di quelli degli altri.
Gli altri mi hanno sempre vista alzare la testa e lottare, sempre. Sempre sul pezzo, ogni tanto con qualche caduta e sempre prontamente rialzata. Ancora sporca di fango per la caduta o distrutta dentro, ma sempre pronta a tendere una mano a chi lo chiedeva.
In effetti sono una gran bella persona, anche se il destino ha deciso che non merito di essere la priorità di nessuno.
Poi è successo quel che è successo. In realtà alla luce dei fatti, sapendo tutto quello che ho brillantemente superato, la gente dovrebbe rendersi conto della GRAVITA' di quel che mi è successo, se non passa. Non è diverso dal dire "Sapendo quanto tu tenga al rocky e quanti sacrifici hai fatto per portarlo avanti 17 anni, ci si dovrebbe interrogare su quanto tu stia male, se rinunci allo spettacolo". Frase molto giusta, ma che va bene solo se si devono giudicare altri, tipo compagni di cast. Mai nessuno che guardi la trave nel suo occhio.
Il mio modo schietto di parlare con la gente, la mia trasparenza e lealtà hanno sempre spaventato e attirato le persone. La mia incapacità di essere me stessa attualmente spaventa ancor di più.
Sono l'incarnazione di quel che per tutti è astratto. La malattia, la depressione.
Cancro fa paura ed esiste, è una malattia che si vede sulle rx.
La depressione non si vede, non altera una risonanza magnetica... si preferisce starne alla larga, o dire che non è una malattia vera.
La gente è spaventata da come io mi stia riducendo, ma non per me, per sè stessa. Perchè non ha più l'amica, la macchietta, la festaiola, la veterinaria, quella che dà una mano, quella che organizza cose.
Aver sempre dato non viene spesso riconosciuto. A volte quello che dai diventa un'abitudine, e, per molti, se poi quell'abitudine viene a mancare, per qualsivoglia motivo, allora sei stronza.
Nessuno che faccia un passetto più in là per tentare di capirci qualcosa, solo giudizi. Per difendersi.
Perchè è troppo difficile accettare che una persona non veda nelle cose altrui qualcosa di importante o che non abbia alcun interesse a condividere.
La gente che si è sempre sentita, perchè io ce l'ho messa, in testa a classifiche varie, ha difficoltà ad accettare che ora anche io ho qualcuno diversi gradini sopra, impossibile da superare. Però non si è mai posta problemi a mettermi al secondo o terzo o x posto a seconda delle situazioni comode, tanto io me la cavo, tanto io sono forte, tanto io spacco il mondo.
Oh, sei così depressa? Non ti facevo così fragile... ma poi, cose dette da gente che dovrebbe avere gli strumenti per capire, che dovrebbe essere così felice per quel che ha da voler solo aiutare il prossimo.
E invece no, ti deve rompere i coglioni.
Perchè?
Perchè ha paura.
Perchè se una con due palle esagonali come me può imbattersi in un dolore così mostruoso da annullare TUTTO, vita compresa, allora può succedere a chiunque. E questo fa paura.

venerdì 7 aprile 2017

Strawberry gashes

Vai a farti un giro in ospedale, dove c'è il dolore vero
Il tuo dolore è falso
Se stai male o ti uccidi o vivi, ma se vivi allora vivi
Per un po' di salsiccia non ti devi prendere tutto il maiale


Il tuo dolore è falso

Queste le chicche del giorno.
E dopo essere stata umiliata, messa in difficoltà e toccata/abbracciata, quando non voglio essere minimamente sfiorata da nessuno, sono tornata di corsa a casa.
In dieci minuti di strada ho rischiato due incidenti e un investimento... sono un pericolo pubblico ormai.
Ho fatto le scale pensando "ora vado in cucina, esco sul balcone e mi butto di sotto".
Invece ho chiuso la porta e mi sono accasciata, di nuovo, a piangere, a urlare, a sbattere i pugni contro la maledetta porta, contro la quale mi aveva sbattuto lui, senza neanche farmi togliere il cappotto.
Dall'ingresso le più vicine sono in bagno, sono le più facili da raggiungere e da trovare.
Primo cassetto, tra le spazzole e i deodoranti, nascoste sotto l'olio per i capelli.
Piccole, quadrate, Quelle da estetista,
E' uno dei nascondigli dove c'è una scatola intera.
La lucidissima trance.
Apro, estraggo 1 di 8 (2 sono altrove, sapientemente mimetizzate). E' usata, ma riposta nel suo incarto con cura... ormai non penso più a cose tipo la butto perchè non mi servirà di nuovo.
Impugno come sempre, pollice e medio sui lati, indice per schiacciare.
Sollevo la manica
Cazzo mi sono tatuata
Cazzo
Mi hanno coperto tutte le mie cicatrici
Cazzo

Appoggio la mia amica, ho il viso completamente fradicio.
Alzo gli occhi, mi guardo. E' grande il mio specchio in bagno. Mi guardo come se cercassi un consenso. L'immagine nello specchio ha i capelli arancioni, il viso rosso di pianto, gli occhi neri di dolore. L'immagine fa di si con la testa.
Mi spoglio
Guardo il mio corpo nello specchio, posso vedermi fino a sotto l'ombelico.
Vedo la pelle bianca, il reggiseno di pizzo nero. L'iniziale del suo nome come marchio da bestiame tra il mio cuore e la bocca dello stomaco. Mi sembro bella e desiderabile. E credo sia uno spreco.

Punto identificato. Lì farà male, brucerà.
Riprendo la mia amica, pollice e medio, indice per schiacciare. Con la mano sinistra tiro la pelle della mia stupida pancia, sempre più piatta, come l'ho sempre voluta.
E senza neanche guardarmi, osservando solo attraverso lo specchio 1, 2, 3, 4... e non sento niente
5
6...
7 e 8

Non vedo, non vedo nulla. Poi sulla pelle bianca appaiono delle linee rosa, poi rosse.
Non succede niente.
Il sangue timido fa capolino... e si ferma lì, non cola, non sporca, non posso guardarlo gocciolare perchè non esce!
Non esce.
Non sanguino più.
Non funziona.

Un attimo... forse funziona... forse non sto piangendo più

Non mi piacciono le cose nuove, sono abitudinaria sulle cose importanti.
Non avrei mai dovuto tatuarmi
Il caldo non sarebbe mai dovuto arrivare, dovevo avere solo le mie maniche per coprirmi.

giovedì 6 aprile 2017

Tra l'amore e il male

Faccio fatica ultimamente a scrivere.
Per prima cosa perchè, come a suo tempo, sono andata a cercare nel playstore e ho scaricato la versione attuale di farmville. E così ho ripreso a raccogliere pomodori a tutte le ore, come facevo una volta.
Secondo perchè credo che neanche scrivere mi serva più.

Da settimane ormai ogni mattina, alle 7:15, mia mamma mi chiama per assicurarsi che io mi sia alzata, dopo aver ignorato la sveglia delle 7, delle 7:05 e delle 7:10. Stamattina ha chiamato, ma io ero già sveglia.

O forse dovrei dire che ero ANCORA sveglia.

Ero solo lì, sdraiata, che facevo fatica a respirare.
Si mamma, sono sveglia, grazie, a dopo.
Mi sono tirata su, mi sono seduta a gambe incrociate al centro del letto, in mezzo ai pacchetti di sigarette, alla cenere, alle bottiglie vuote e ai fazzoletti, e ho cominciato a piangere.

O forse dovrei dire HO CONTINUATO a piangere.

Lunedì sera mamma, allarmata perchè le ho detto che annullavo un appuntamento di lavoro per fuggire a casa durante la pausa pranzo, in modo da non stare con i miei colleghi ed evitare di mangiare, mi ha fatto una telefonata di un'ora e mezza, chiedendomi di pensare seriamente di chiedere aiuto. Lei intende tornare dallo psicologo, perchè è indubbio che l'ultimo Psichi mi abbia davvero aiutata e abbia risolto quello che nessuno aveva risolto in 36 anni.
Poi, io continuo a credere che ci sia stato lo zampino del Brucaliffo, ma concediamo allo Psichi il beneficio del dubbio.
In fondo con la questione del cane mi ha aiutata.

Uno dei nuovi problemi che ho, che è diventato lampante sabato, è che ho serie difficoltà a badare alle mie cose di salute e direi di cura di base. Continuo, più o meno consciamente, a saltare somministrazioni di farmaci che devo prendere, ad ignorare dolori che sento, trascurarli e non fare nulla per lenirli.
Durante una delle mie poche ore di sonno la settimana scorsa ho sognato di essere ammalata. Quando mi sono svegliata ho pensato a mia cugina, a mio cugino, a tutte le persone che ho conosciuto o che conosco che stanno lottando contro il cancro o altre schifezze simili.
Mi sono sentita un po' una merda, perchè ho nitidamente sentito di invidiarle. Non perchè lottano, ma perchè hanno qualcosa per cui lasciarsi andare è socialmente accettabile.
Se hai il cancro e piangi disperato ogni giorno la gente ti capisce, ti consola e magari cerca pure di aiutarti.
Se sei depressa perchè ti è successo qualcosa che ha completamente annientato la tua vita sei una stronza egoista, fai finta, esageri, sei una figlia di merda, rovini la vita di chi ti vuole bene e soprattutto la tua.
Forse non ho davvero più neanche voglia di scrivere.
A volte mi rendo conto di come neanche più penso a lui di continuo, io penso solo a morire, sto ore a letto a guardare il soffitto nel tentativo di escogitare un modo per farmi fuori senza sentire troppo male, senza dare troppo peso a chi poi dovrà trovarmi... tipo che ne so, meglio non tagliarmi le vene e costringere poi mia madre a pulire, di nuovo, il mio sangue.
Altre volte invece penso che dovrei informarmi e farmi ricoverare. Così magari mi danno la roba buona e posso dormire senza sogni. Ma mi spaventa non poter fumare.

Cercando, non so bene neanche io perchè, di sforzarmi per fare qualcosa per me, sono andata dall'estetista oggi pomeriggio, a fare la pulizia del viso. Una cosa dolorosa. Niente di così doloroso comunque.

La mia estetista mi segue da quasi 20 anni, forse pure di più, non saprei, neanche mi ricordo.
Ci vuole un certo tipo di rapporto con un'estetista... ti deve toccare, deve vedere e togliere i tuoi peli superflui, schiacciarti i punti neri... fare cose un po' schifose per farti bella o comunque socialmente accettabile. Il trauma peggiore per me ovviamente sono i piedi, quelle volte (poche per mia fortuna) in cui ho bisogno che mi faccia la cera alle gambe (solo la mezza, cara, che sulla coscia se no ti faccio un'esfoliazione), ma ormai ci conosciamo da così tanto tempo che tollero il contatto.

Prima di mettermi sotto l'erogatore di vapore mi ha spalmata e ha cominciato a massaggiarmi collo e spalle. Normalmente è la parte piacevole della procedura, con tutti quei profumini di oli essenziali.
Oggi credevo di morire. Non ce la faccio, nessun contatto è tollerabile, neanche per un fine puramente estetico.

Più lei mi massaggiava, più il mio cervello mi torturava con immagini di lui con un'altra, magari addirittura al solo scopo di dimostrare a sè stesso e ai suoi amici che tutto è normale, sta bene e non ha bisogno di struggersi per me, perchè tanto la sua vita in qualche modo deve andare avanti.

E anche stasera sto aprendo il terzo pacchetto di sigarette.
E anche stasera ho fatto fuori una bottiglia di vino sbocconcellando un po' di cena, già completamente vomitata.

La verità è solo che voglio morire, ogni giorno di più. Sono stremata e non so cosa fare.

Non riesco a capire esattamente cosa intenda mia madre per "farmi aiutare"
Per avere aiuto ed uscire da questa situazione non sono io che devo andare dallo psicologo, ma lui.





venerdì 24 marzo 2017

La Morte a Venezia

Oggi avrei avuto dei programmi importanti, che si sono frantumati nel corso degli ultimi mesi.
Oggi sarei dovuta partire per Venezia, una città che non ho mai avuto occasione di visitare, per avere un ruolo, niente di sconvolgente per carità, ma un piccolo ruolo che mi ero guadagnata per i miei meriti, in ambito lavorativo.
Un piccolo ruolo in un evento importante per il mio lavoro, anche se non ha più niente di mio.
Doveva essere qualcosa di estremamente fico, anche divertente... e di sicuro molto molto bello.

Ma non è nulla di tutto ciò. Forse è una delle poche, ultime date che saprò ricordare così... con lacrime e tristezza. Date previste in cui sarò a casa quando invece sarei dovuta essere altrove.

Vorrei dire che la mia vita sta andando a rotoli... ma in realtà credo che abbia finito da un po' di rotolare. La mia vita se n'è andata da qui, con tutte le mie cose e tutti i miei interessi.

Sono rimasta qui sola senza niente, senza anima, senza cose da fare, solo con le mie cicatrici e le mie lacrime.

Da quando ho dovuto iniziare il training autogeno pre-caldo la situazione è drasticamente peggiorata.
Non potersi tagliare perchè tra poco saremo a maniche corte è la peggior maledizione che potesse capitarmi.
Non ho la forza di mostrare ogni giorno al lavoro i miei segni, o sopportare mia madre che ancora, dopo sei mesi, non si è accorta di nulla.
Sembro un cotechino affettato.
E' uno dei miei pensieri fissi, mi sento come in crisi d'astinenza. Mi manca la blanda sensazione di serenità che provo quando il sangue cola.
Devo identificare un'altra zona nascosta e fare qualcosa.

E adesso ho un trauma enorme per maggio da affrontare, e non so nemmeno come. Vorrei solo spaccare tutto e chiedere perchè.
Ma non posso spaccare niente, non saprei neanche cosa spaccare visto che informazioni che io avrei dovuto avere tipo d'estate le ho avute oggi da mia madre (che a sua volta le ha avute a febbraio).

A volte mi sento stranamente serena, perchè penso che non avrò problemi, che li avrò già risolti prima, che non ci sarò più e tutto sarà a posto

mercoledì 15 marzo 2017

Silverchair - Suicidal Dream

I dream about, how it's gonna end
Approaching me quickly
Living a life of fear
I only want my mind to be clear
People, making fun of me
For no reason but jealousy
I fantisize about my death
I'll kill myself from holding my breath

My suicidal dream
Voices telling me what to do
My suicidal dream
I'm sure you will get yours too
 Help me, comfort me
Stop me from feeling what I'm feeling now
The rope is here, now I'll find a use
I'll kill myself, I'll put my head in a noose

My suicidal dream
Voices telling me what to do
My suicidal dream
I'm sure you will get yours too

Dreamin' about my death, dream
Suicidal, suicidal, suicidal dream
I'm suicidal, suicidal dream

Sentire senza usare le orecchie

Stamattina ero al lavoro, con mille cose da fare e completamente incapace di concentrarmi, anche se c'era l'ennesima urgenza.
Ero lì, in sala operatoria, con l'intestino aperto di un cane tra le mani... e ho sentito da qualche parte nel cervello il suo respiro. L'ho sentito come se fosse stato lì, a respirare vicino al mio orecchio, ma non l'ho sentito con le orecchie.
E poi ho avuto come una certezza. Mi sono sentita sicura al 100% che non farò mai più l'amore nella mia vita.
Sarò sola per il resto del mio tempo, e non sentirò mai più il suo peso su di me.
Non so spiegare, ma mi sono sentita sicura.
Poi di colpo tutto è cambiato, e non ero più in chirurgia, ero seduta al mio posto a tavola, a casa, lui alla mia sinistra, mi guarda, si avvicina con la testa e mi dice "sei arrivata in ritardo".
Mi stavano cedendo le ginocchia.
Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime, che per fortuna non sono cadute nella pancia aperta del cane.
Poi di nuovo una voce, una voce familiare "Ti sta ammazzando, per il suo ego. E' uno stronzo. A volte gli stronzi perdono la testa per qualcuno, e cambiano. Ma se fosse così sarebbe qui. Dov'è? Ti sta ammazzando e non te lo meriti"... semplicemente un'altra cosa che mi è stata detta.

Ero poco più di una bambina la prima volta, e non me ne sono mai pentita. Ho avuto diverse storie più o meno lunghe, e sono sempre stata fedele. Sempre. Mai ceduto a niente, non ne ho mai sentito il bisogno. Anche di questo non mi sono mai pentita. E ogni volta che sono stata single ho fatto, nel rispetto di me stessa e della persona/persone che passavano il tempo con me, tutto quello che ho voluto. E non mi sono mai pentita di niente. Me ne sono sempre fregata, a riguardo, di quel che diceva la gente. Quando una persona mi piaceva senza dubbio alcuno ci provavo, se ero libera (se no difficilmente qualcuno mi piaceva... è capitato solo due volte in tutta la vita). Quando Paolo lo stronzo se n'è andato tutto era perfetto quella sera... Alcatraz, luci basse, musica fortissima. E parte Enjoy the silence, la nostra canzone, ma in versione rivisitata dai Depeche. Era lei, ma in qualche modo era diversa. Alzo gli occhi e vedo Cosetto per la prima volta. Troverei anche ora la piastrella precisa di tutta la pista grande dell'Alcatraz sulla quale ci siamo conosciuti.
E non c'è voluto niente. E dopo e durante è stato facile, facevo tutto quel che volevo, con chiunque volessi. Senza problemi. Perchè Paolo lo stronzo doveva morire per quel che mi aveva fatto, e io non ero certo lì ad aspettarlo. E Cosetto era diventato il mio painkiller del venerdì, poi c'era quello delle sere a caso in settimana, poi ce n'erano altri due a rotazione o insieme, qualche ragazza... Tutto quel che volevo, fino a quando sarei stata pronta ad avere di nuovo un cuore. Così nessuno si faceva male. Anche se Cosetto un po' mi ha fatta disperare.

Ora no. l'impulso sessuale che sento è intenso, continuo, da prime settimane di relazione. Quelle cose tipo tu ora bevi un litro di caffè e non dormi perchè io ti voglio scopare ancora e ancora e ancora.

Solo che è a senso unico.

Vado a ballare, ogni settimana. E non è che non ci siano persone che mi guardano come Cosetto. Ma la piastrella non mi resta in testa. In questo anno e mezzo ne ho sentite di tutti i tipi. Dagli inviti a bere una birra per consolarmi (e ho anche detto di si a più persone contemporaneamente nella stessa sera e nello stesso locale per non trovarmi sola con nessuno), a proposte di relazione, a proposte di sesso a scopo di svago, addirittura di sesso come cura. Simpatiche, scherzose, fuori luogo, moleste, offensive, dolci... ho sentito di tutto.
Non me ne frega un cazzo.
Niente proprio.
Non è come dopo Paolo lo stronzo.
Non è come niente al mondo. Non è una cosa che si può capire.

Si sa che all'inizio di una relazione si scopa come se non ci fosse un domani, e tutti dicono che poi il desiderio va via via scemando. E' vero. Ma capita solo quando vanno via anche i sentimenti, quando due persone si siedono e decidono di non cercarsi più, tanto sanno cosa trovano.
E' anche verissimo che quando non c'è più sesso è inutile girarci intorno, non è una cosa di romanticismo distrutto... senza sesso si è due coinquilini che dividono le spese.
Poi un bel giorno scopri che non solo esiste una sensazione che non avevi mai provato prima, anche se eri convinta di aver provato un amore grandissimo. Trovi quello che dicono nelle favole e nei film. E anche il sesso più sporco e rabbioso diventa un qualcosa di totalmente sublime.
Per me è un qualcosa che in qualche modo deve essere speciale. Un minimo di coinvolgimento mentale lo devo avere. E' in fondo una cosa così profonda accogliere qualcuno dentro di te, uomo o donna che sia... almeno una minima.
Anche nell'avventura di una sola notte con una persona semisconosciuta, un minimo di coinvolgimento l'ho sempre avuto.
Poi trovi altro. 
E ti rendi conto che non puoi più accontentarti di niente.
E allora tanto vale il niente.

Ne sono stata certa, non farò mai più l'amore.
E ne sono certa perchè anche se ci spero ciecamente, non tornerà. Spero solo che non torni per quello che dice lui, e non per quello che dicono gli altri.
Ma la vera domanda, di fronte alla certezza è
Ma allora che cazzo sto qui a fare?

Le cose che la gente dice

Cerco di non parlare con le persone, un po' perchè non mi sento capita, un po' perchè dubito che qualcuno abbia un consiglio intelligente da darmi, soprattutto perchè mi sento in colpa a causa del fatto che è vero che sono stata sputtanata da tre stronze, ma è anche vero che se io fossi stata zitta tutto questo non sarebbe successo.

Cerco di non parlare perchè so cosa mi dice la gente... probabilmente se una mia amica cara si stesse lasciando morire così per una situazione simile alla mia, io direi le stesse cose. Ma non sono un'amica che mi può consigliare.

Ho provato a parlare a mia madre. Mi ha detto "tu hai bisogno di una bella scossa"
Ho provato a parlare ad una donna che ritengo saggia e che classifico nel gruppo degli "adulti"... mi ha detto delle cose tremende.
Ho provato a parlare con lo psichi, ma non risponde ai miei messaggi, quindi ormai sono quasi certa che abbia cambiato numero. Ovviamente basterebbero pochi minuti per ottenere il fisso dello studio e prendere un appuntamento... ma poi in pratica a che scopo? Lo psichi non può far tornare le persone.
Quello che mi è stato detto mi ronza in testa come la mosca che depone le uova. Avrei voluto parlargliene, ma non ha più tempo per me... solo qualche messaggio indispensabile.

Non ce la faccio più... la mattina, quando mi alzo già in lacrime come al solito, non posso sfogare il mio dolore con i soliti, al momento ancora efficaci, metodi, per via di questa primavera di merda che porta caldo e alterazione degli ormoni.

La gente pensa cose che io non riesco ad accettare. Un po' me ne frego, visto anche che non vedo in realtà motivo di dare importanza alle mie cose, figuriamoci a quello che pensa la gente.
In fondo nessuno di loro è lui, quindi di quello che pensano me ne fotto.
Ma purtroppo finchè non troverò un nuovo lavoro non posso permettermi di mostrare le mie ferite ai clienti, che già di loro hanno la sensibilità intellettuale di una limaccia in prognosi riservata.
E quando finalmente avrò un minimo di fortuna e potrò avere un colloquio, non posso mostrarmi piena di ferite...

Quindi pensavo che, per quanto da quando lui è passato di qui io ho risolto il più grande problema che avevo, ci sono delle parti del mio corpo che non si possono vedere, che nessuno vede. So che non è la stessa cosa, quando si altera un rituale, ma immagino che sia meglio di niente.

Stamattina mentre facevo la mia solita strada, valutando di togliere la cintura e sterzare a destra buttandomi nel naviglio, stavo pensando alle priorità.
E mi sono resa conto che nella mia vita non sono mai riuscita ad essere la priorità della persona per me prioritaria. Neanche per i miei genitori... c'è sempre e comunque stato prima mio fratello.
Per nessuno, nessuno di tutti quelli che ho amato. Ovviamente neanche di quelli che amo.
Potrei tentare di diventare la priorità di me stessa e ricambiarmi da sola. Ma mi odio troppo per darmi credito.

domenica 12 marzo 2017

Le molliche di pane

Sono passate diverse settimane dall'ultima volta che sono venuta qui a scrivere. Ma oggi è il 12 marzo, quindi sono ufficialmente 6 mesi. Quindi secondo la teoria di Charlotte York (per dimenticare qualcuno devi soffrire per la metà del tempo che hai passato con il qualcuno) dovremmo esserci.
Peccato che non ci siamo per niente.
Mi sento come la lumaca sul filo del rasoio di Apocalypse now. E penso che potrei cadere a destra, o a sinistra... oppure andare avanti lungo la lama, come sto facendo. Sopravvivere, ma dilaniata. A che scopo?
Ogni volta che mi sono ritrovata le medicine in mano, e, piangendo, ho pensato di prenderle tutte insieme con la mia vodka preferita, mi sono fermata perchè è ancora viva dentro di me la speranza che lui torni.
E' passato il mio compleanno, e so di gente che ha dei regali per me, e io non voglio uscire per incontrare nessuno. Mi dispiace per questo, ma credo che, in qualche modo, le persone debbano cominciare a dimenticarmi, oppure ad organizzare la loro vita senza contare su di me, visto anche che non sono in grado di programmare nulla.
In un mondo perfetto, io stasera sarei dovuta essere ad un concerto... ma ho rinunciato. Avevo i soldi, avevo il tempo... avevo tutte le possibilità... ma a che scopo?
Il concerto di un gruppo che segui da circa 20 anni, a cui vuoi bene, che vedi sempre con piacere... e nessun motivo per andarci.
Io mi rendo conto che le implicazioni lavorative non siano di aiuto e peggiorino drasticamente le cose... ma proprio no, non mi capacito di come una singola persona sia così fondamentale per il proseguimento della mia esistenza.
Seguo una crew di dj da ormai un anno e mezzo. E' l'unica cosa che faccio. E' l'unica cosa che al momento mi sembra importante. Arrivo a mettere le date delle serate prima dei miei impegni o del lavoro... accomodo addirittura i turni pur di poter passare più tempo possibile in pista.
Una delle cose che devo fare è utilizzare facebook per condividere gli eventi delle serate, è una cosa che mi è stata chiesta.
Lo faccio, non mi costa niente. Ma mi rendo conto che la vivo in modo diverso dal "per favore sponsorizza l'evento"
Io lo faccio come pollicino, per lasciare le mie tracce. Quando sono a ballare non posso continuamente guardare il telefono... prima lo facevo, ora non posso più. La delusione di non trovare i suoi messaggi è troppa, meglio dimenticare di averlo il telefono. Ho avuto anche l'istinto di non portarlo neanche con me, ma la cosa è improponibile per la funzione di navigatore... e poi essere in giro sempre sola nel cuore della notte per tutta la lombardia, senza aver modo di chiedere eventualmente aiuto non è esattamente un'ideona del secolo.
Metto gli inviti perchè lascio le tracce. Quando esco mi acchitto al massimo delle mie possibilità, cosa mai fatta. Sono sempre andata a ballare cavalcando l'onda del momento, messa giù da battaglia o in mimetica senza manco il mascara. Cerco di essere sempre carina, come posso... perchè spero sempre che lui segua la pista e mi trovi.
Non so più dire quante volte in questi sei mesi di serate a cadenza settimanale io mi sia girata sorridente e piena di speranza ogni volta che mi sono sentita sfiorare, bramando che finalmente fosse lui.
Con quel sorriso meraviglioso, quella barba irresistibile e una moto parcheggiata fuori dal locale.
Non è successo. Penso che se venisse da me e entrasse nel locale dove sto ballando, lo sentirei ancor prima di vederlo o di essere sfiorata. Probabilmente lo fiuterei. Il profumo più buono mai sentito. E pensare che una volta seguivo le persone che portavano Kenzo, credendo che non esistesse odore più attraente al mondo.
Ma ci sono tante tante cose che non credevo, non sapevo, nemmeno immaginavo.
Ci sono cose di cui non sospettavo nemmeno l'esistenza.
E una di queste è la consapevolezza che quel che sogni da bambina, leggendo le favole, è vero, esiste.
C'è davvero un principe, c'è davvero una persona che ti completa, che rende più bello tutto nella tua vita, che è in grado di risollevarti anche dal dolore del lutto con una semplice telefonata.
Io non posso proseguire con la certezza che non tornerà più da me. Non posso. Non si può. E anche se si potesse, non c'è motivo per farlo.
Tutto è andato a rotoli.


sabato 25 febbraio 2017

tanti auguri di buon compleanno

E' noto come le feste, generalmente quelle natalize, aumentino di gran lunga le difficoltà in quelle persone che non si sentono bene.
La festa più importante dell'anno per me è sempre stata il mio compleanno. Frequentando tanti posti ho sempre fatto mille feste... a danza, allo spettacolo, a casa, in pizzeria, a ballare, all'aperitivo. Sono sempre stata circondata dagli amici e dai parenti, e sono sempre stata sommersa da regali.
Anche quando ci sono stati degli anni brutti, alla fine siamo sempre andati fuori a mangiare con gli amici, con i genitori.
Abbiamo sempre festeggiato il 24 a casa dei miei con la cerchia più stretta e quintali di pizzoccheri.
Io non posso pensare di avvicinarmi di nuovo ai pizzoccheri. Li ho scampati a natale e ancor più facilmente ho evitato ieri.
I pizzoccheri sono il mio piatto preferito, fatti dal mio papà, sono l'orgoglio della famiglia e tutti vogliono venire a mangiarli.
Io non posso più. Li ho mangiati l'ultima volta, in una delle mitiche vaschette schiscietta di mia madre, insieme a lui, che non li aveva mai assaggiati.
Gli erano piaciuti tantissimo, non poteva essere altrimenti, e quella è l'ultima volta che mi sono avvicinata ai pizzoccheri.
La lavorazione è lunga... preparare la verdura, tagliare i formaggi... richiede davvero molto tempo, anche perchè se ne preparano sempre delle quantità industriali.
Non posso mettere i miei genitori nella condizione di cucinare per me per ore e ore e poi cominciare a piangere nel piatto e non toccare cibo.
Ci sono altre cose che non riesco più a mangiare... l'insalata di polpo, le seppie in umido coi piselli, la torta salata con gli spinaci, il riso basmati.
L'altra notte avevo tantissimo caldo, e mi sono messa a letto con solo una maglietta (dei Nirvana).
Niente mi sono dovuta alzare e mettere slip e pantaloni del pigiama. Neanche il contatto pelle-lenzuola è sopportabile. Non posso sentirmi toccare, neanche dalle pieghe delle coperte.
Mi sembra una vita che non faccio l'amore, che non vengo abbracciata e baciata. Trovo insopportabile non esserlo. Senza troppe false modestie penso quasi che sia pure uno spreco. Ma non posso minimamente concepire l'idea di andare con qualcun altro/a.
Penso che se cercassi di convincermi, farei come Carrie e comincerei a piangergli in bocca.
Non riesco a guardare le gif soft porno su facebook...  mi metto a piangere e mi viene la nausea.
Manca ancora un po', ma il prossimo giro di boa sarà quello dei sei mesi, quindi direi che siamo quasi a metà.
Diceva Charlotte York che per dimenticare qualcuno devi soffrire la metà del tempo che ci sei stata. Direi che è una cazzata, visto che per "superare" 2 anni con paolo sono finita a letto con tipo chiunque a partire da una settimana dopo, e ho tentato di riavere una relazione solo dopo 3 anni.
E cmq non mi sono mai sentita così. Non riconosco la mia incapacità di reagire aggrappandomi alle mie cose e tentando di fare il meglio.
Ero terrorizzata, davvero terrorizzata ieri sera, per la paura di sentire il citofono e scoprire che una delegazione di amici si era presentata armata di dolci e alcol per festeggiarmi. Per fortuna non è successo.
Avevo pianificato bene il mio pomeriggio di ieri, ma mi serviva un aiuto serio. Non è arrivato, neanche se richiesto.
Anzi
Ero tentata di dire va bene allora faccio da me, ma ho paura di sbagliare e di peggiorare la situazione.

Non credo si possa fare molto, io semplicemente qui non ho più niente da fare, non esiste alcuna possibilità di sopravvivere a tutto questo.
Dovrei cambiare lavoro, e lo farei, se lo trovassi... sto cercando da mesi
Dovrei andare in vacanza a riposarmi, ma non ho i soldi e soprattutto non potrei lasciarmi a casa mentre vado in ferie.
Dovrei andare via in generale, ma non puoi prendere e abbandonare tutti per farti i cazzi tuoi...

Bisognerebbe solo avere il coraggio di non sbagliare le dosi, prendere la quantità corretta di alcol e di farmaci, senza avere la possibilità di svegliarsi sana e salva in mezzo al proprio vomito, o peggio ancora in un ospedale con un ago in un braccio.

Tutti mi dicono scopa. Scopa quello che è carino, scopa quello che è il marito di chi ti ha sputtanata, scopa quei due insieme, divertiti e scopa.
E' tutta la vita che faccio così... ho 38 anni e sono 25 anni che scopo. Scopare non ha mai portato a nulla di buono, se non in alcuni effimeri momenti.

E' vero, la mia mente a volte funziona come quella di un 14enne allupato alle medie... e spesso mi sono ritrovata a ridere con le mie amiche dicendomi va beh almeno ho scopato.

Ma anche con l'uomo più oggetto della terra, che cosa potrei mai ottenere? Di arrivare alla fine e dire si non mi è piaciuto? A me piacciono i pizzoccheri, la pasta normale la mangi per sopravvivere. E non siamo in una situazione tale per cui senza pasta neanche sopravvivo. Non esiste accontentarsi, non esiste passare il tempo, non esiste nemmeno avere un orgasmo serio da dildo.

Non è non c'è la mia birra preferita e ripiego su un'altra, tanto la birra è birra

Io voglio solo sentire il peso e il calore del suo corpo sopra il mio, e saperlo qui sempre

mercoledì 22 febbraio 2017

Sempre più veloce

Mi sento come un latticino in scadenza. Sull'orlo del rancido.

I messaggi "cosa facciamo?" cominciano ad arrivare e ad essere troppi. Io non so più cosa dire alla gente. Non sono interessata a festeggiare, non mi servono i regali che con tanto amore so che mi avete acquistato... voglio un regalo solo.

E' buio, è tutto buio e dopo il week end al lavoro è pure peggio se possibile.

Non ne posso più.
Non ne posso più
Non ne posso più

Donna Hayward "Se adesso tu finissi alla deriva nello spazio, pensi che ti fermeresti dopo un po' o cadresti sempre più veloce?"
Laura Palmer "Sempre più veloce... per qualche minuto non sentirei niente di niente, alla fine però prenderei fuoco e arderei in eterno... e gli angeli non mi potrebbero aiutare, perduti anche loro in un grande vortice"

martedì 21 febbraio 2017

Pastiglie

Sono un po' di notti che dormo. Farmacologicamente ma dormo.
Riuscire a dormire ha due vantaggi: non sogno (e per quanto siano meravigliosi i miei sogni da un anno e mezzo, il risveglio e la realizzazione che, si, è solo un sogno, sta diventando davvero insopportabile) e scappo per 8 ore.
Saluto, spengo tutto, metto in bocca la compressa orosolubile e mi godo il momento.
Si appiccica come l'ostia alla lingua e al palato, e toglierla sembra come dare un bacio.
E allora mi rigiro verso il suo posto, e fingo di essere baciata davvero.
Il tepore è quasi istantaneo, una sensazione tipo coperta con le maniche sul divano. Ti senti molle, ti senti quasi libera... e dormi.
E' diventato il momento gradevole della mia giornata.
Un po' mi spiace, perchè penso che magari lui mi scriverà o vorrà parlare con me, ma mi troverà addormentata.
Un po' mi spaventa svegliarmi, come stamattina, e non trovare messaggi...
Passo il tempo sperando che sia il giorno giusto, che lui torni... ma vivo anche nel terrore che sia il primo giorno in cui lui decida di ignorarmi.
E penso al mio compleanno imminente.

E in fondo mi dico... ma si, devi solo arrivare a venerdì

venerdì 17 febbraio 2017

Quel momento di blocco

Dopo una giornata di impegni e di varie cose da fare, ancora non terminate, mi trovo qui a fissare il foglio bianco della sezione di scrittura del blog.
Perchè ovviamente quando cominci a scrivere non è già tutto carino puccettoso e arancione come appare poi finito.
E' un po' che guardo il foglio bianco... e non so, forse è un momento stile "blocco dello scrittore"
Bloccata di sicuro, ma scrittrice direi proprio di no.

Mi sento dei pesi addosso, in alcuni punti specifici del corpo, come se fossi legata con catene spesse. Incatenata da grossi anelli metallici assicurati con un lucchetto.

Forse c'è pure una chiave lì vicino, a portata di mano... ma manca la volontà di muovere quel minimo i muscoli per raggiungerla.

Durante la giornata di oggi una delle persone che in qualche modo cerca di spronarmi a non ho capito bene che cosa, mi ha fatto un elenco di cose che secondo lei devo fare.

Inutile dire che sono cose che non mi allettano, non mi interessano, non ne vedo lo scopo. Mi ha risposto che se tanto stiamo scavando il fondo probabilmente non c'è neanche qualcosa da perdere, e tanto vale tentare. Credo che se tentassi potrei pure peggiorare la situazione.
Mia madre mi finisce le frasi al telefono, ormai completamente satura dalle mie risposte.
Mi limito a rispondere "solito" quando al mattino mi chiede come sto, giusto per non dirle la verità, per paura di peggiorare la cosa, e a negarmi a qualsiasi tipo di invito per pranzo, cena, caffè ecc.
Mamma spesso, quasi tutte le settimane, viene a casa ad aiutarmi con le pulizie, e diventa sempre più difficile farla venire in giorni in cui io sono al lavoro.
Lei tenta di starmi vicino, di farmi compagnia, ogni volta che abbiamo parlato della mia situazione ha sempre sottolineato quanto vivere da sola non sia d'aiuto secondo lei.
Mi ha anche proposto più di una volta di tornare a vivere, magari per qualche tempo, a casa loro.
Non riesce a capire che sarebbe solo peggio, che io desidero isolarmi, non so se ha mai avuto chiaro che mio fratello non si è trasferito in un'altra città per trovare chissà quale fortuna... mio fratello è letteralmente scappato di casa.
E' stato qui qualche settimana fa, non lo vedevo da mesi, neanche a natale si è presentato. Mi ha accompagnata a fare i miei due primi piercing e mi ha parlato. Credo che mio fratello non mi abbia mai parlato prima in vita sua. Mi ha detto che ne ha pieni i coglioni di dove sta, ma che se torna, essendo il suo appartamento giustamente in affitto, dovrebbe tornare a casa con mamma e papà, almeno fino a che gli inquilini non concludano il contratto. Non sapevo che fare, e allora gli ho offerto casa mia... gli ho detto se vuoi, vieni da me.
Non voglio nessuno in giro, ma come fai a non aiutare tuo fratello. Vedremo.
Quindi evito i miei genitori più che posso. Non è colpa loro poveri, ma io li guardo e vedo una coppia infelice, e questo mi fa ripiombare più pesantemente nella mia condizione. Io guardo mia madre e penso che non volevo finire così.
E ci sono riuscita... anche se i termini erano molto diversi, io ce l'ho fatta a dire stop ad una relazione duratura che ormai non faceva altro che buttare sale nel caffè. Certo, io avevo solo due conigli da gestire, non due figli come lei, e non è stato facile mandare via chi viveva con me. Ma quella persona stava diventando troppo nociva e ci saremmo uccisi a vicenda. Anche se pur di non ammettere pubblicamente il fallimento avrei sopportato ancora. E anche se alla luce della situazione attuale, era meglio prima che adesso.
Tra le cose che mia madre fa quando viene qui c'è raccattare la biancheria varia e cambiare il letto, in modo che poi io mi possa più velocemente gestire la lavatrice.
Sono preoccupata perchè mercoledì sul letto ci dovranno essere le lenzuola rosse, per via dell'arrivo di un amico fotografo che desidera fare degli scatti in camera mia. E devo trovare il tempo e la voglia e la forza di cambiarmele da sola prima di lei.
Altrimenti mamma vedrà quel che ho già controllato da me... il lenzuolo attualmente presente è nero, e non si nota, ma sotto, il coprimaterasso bianco di spugna e lo stesso materasso sono macchiati di sangue.
Ogni tanto esagero un po'
Non lo sa ancora... sono cinque mesi e cinque giorni che ho ripreso a tagliarmi in maniera costante e direi quasi sistematica, e lei non lo sa ancora. E oggi qui si girava serenamente in felpa... tra pochissimo farà caldo.
E c'è quella parte di me, che ignora quella che sta pianificando un suicidio, che si preoccupa di quando arriverà definitivamente il caldo e le maniche lunghe non saranno contemplabili.
Penso di continuo al mio corredino. Mi sembra decisamente l'unica via d'uscita plausibile.

giovedì 16 febbraio 2017

I f***ing love you

Oggi è stata una giornata devastante.
Talmente devastante che non posso neanche scrivere.

Vado a letto, e non avendo con me il mio solo e unico Mr Big, mi accontenterò del Principe T, dove T sta per Tavor. Magari nei prossimi giorni ragioneremo sulla cosiddetta Vitamina T, dove T sta per Tanax.