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venerdì 9 giugno 2017

Il buio... più blu

Da sempre sono appassionata, in maniera quasi macabra e malata, ai casi di cronaca nera del nostro paese, Sono affezionata telespettatrice di "Chi l'ha visto", anche da bambina, quando c'era la Raffai e si chiamava "Telefono giallo". Ero in diretta mentre cercavano Elisa Claps, e uno dei miei primi ricordi di infanzia sono i manifesti blu sui muri con il viso di Emanuela Orlandi.
Senza passione, senza interesse, solo per inerzia perchè è mercoledì sera, continuo a guardare, da sola o talvolta in compagnia, la Sciarelli e i suoi servizi.
Ormai sono settimane che dappertutto si parla di blue whale.
Mi sento così empatica nei confronti dell'ingenuità di quei poveri bambini e ragazzini che ci sono cascati, che in qualche modo se la sono cercata, che hanno dietro dei genitori che non sono neanche stati in grado di accorgersi che alle 4 del mattino i loro figli di 9 anni uscivano di casa.
Ho cominciato onestamente a chiedermi se potrebbe essermi utile.
Nel senso... ormai mi è chiaro ed evidente quel che desidero. Ormai non ho più alcun tipo di speranza di essere felice, perchè la felicità vera, il benessere dell'anima e la libertà della mente le ho conosciute, e non ne posso più fare a meno.
Ciò nonostante, non riesco a trovare il coraggio di fare da me e togliermi di mezzo. Non mi è chiaro esattamente di che cosa ho paura... di fare male agli altri forse, ma nessuno si è mai posto il problema di fare male a me... di sentir dolore forse, ma a conti fatti non so cosa potrei sentire di peggio di così... che io mi ricordi neanche le più forti crisi di endometriosi sono mai state così dolorose...
Perchè sento dolore ovunque, non solo nella mente, non solo per le lacrime. Io sento proprio dolore fisico... un po' forse per una questione di suggestione, ma anche perchè in qualche modo me le vado a cercare.
Ho difficoltà a curarmi e prendo le mie medicine a giorni ad minchiam, questo provoca perdite inquietanti e forti dolori all'utero, ma faccio finta di niente. Quando mi ricordo di mangiare mangio minchiate e questo non va proprio d'accordo con un'intolleranza al lievito, di conseguenza le coliche e il dolore intestinale mi accompagnano, ma faccio finta di niente. Quando mi impongo di non mangiare e di non bere, lo stomaco brontola, i crampi sono forti, ma faccio finta di niente. La poca acqua mi predispone alle coliche renali, ma faccio finta di niente. La sera non riesco a dormire e vegeto per ore sul divano, fumando una sigaretta dietro l'altra. Respirare mi fa male, e tre pacchetti al giorno concentrati in poche ore non sono il massimo quando già l'allergia alla stupida primavera mi sta ammazzando da sola. Ma faccio finta di niente. Poi assumere posizioni fetali in bilico tra la seduta e la penisola del divano mi porta a forti dolori anche ai fianchi e alle anche, visto il mio conflitto femoro-acetabolare, ma poi passata la mattinata riesco a camminare quasi bene, quindi me ne frego anche di questo. Durante le mie 2-3 ore di sonno, quando riesco a dormire, bruxo come un ruminante e mi sto rompendo tutti i denti del ponte. Oltre a cominciare a mostrare la parte interna, che è nera e socialmente non accettabile, i denti mi fanno davvero molto molto male. Per questo però ho chiamato il dentista, aspetto un appuntamento.
Non so di quale terribile dolore fisico potrei aver paura... ma ho comunque paura. Non credo che quello che al momento mi fa ancora temporeggiare sia la speranza, perchè di speranza io non ne ho più. Sono stata aiutata questa settimana, mi hanno ascoltato, ma immagino che se avesse potuto funzionare qualcosa sarebbe già successo. Invece è venerdì e ancora non è successo niente.
E poi ieri sera gli Slayer, e poi qualche settimana fa Twin Peaks, e poi tutto il resto. Non ci sono più, io non ci sono più.
E' un attimo abituarsi alla gioia, alle piccole cose quotidiane, come il messaggio del buon giorno o alle immagini di sorrisi e sguardi sognanti in chat. Alla voce dolce durante le telefonate.
Invece abituarsi al contrario no, non è rapido, non è semplice. Anzi è proprio impossibile.
Inoltre le cose a questo correlate sono veramente troppe, e insostenibili. Non so più come girarmi. Potrei forse continuare così per inerzia, ogni giorno svegliarmi stanca e in lacrime, pulire casa, nutrire i conigli, andare al lavoro, sentirmi inetta, tornare a casa, bere, piangere, bere, dormire verso le 5. Tutti i giorni, per sempre. Potrei. Ma non ci riesco. Anche solo pensare a come provvedere a me stessa e alla mia frustrazione mi manda fuori di testa. Il lavoro mi distrugge. Il desiderio di essere baciata e coccolata mi ammazza. Questa cosa mi sta imbruttendo in maniera rapidissima, mi sembra in quasi 9 mesi di essere invecchiata fisicamente tutto quello che mi era stato risparmiato. Vedo rughe che prima non c'erano, vedo cose sul mio corpo che prima non vedevo. Spero di tornare al più presto a sentirmi almeno un mostro indegno, visto che riuscire a darsi le colpe è utile, utilissimo per odiarsi e lasciarsi andare in maniera completa.
Ma poi mi ricordo che mi sono sentita un cesso per tutta la mia vita, indipendentemente da quanti uomini e donne io abbia avuto, fino a che non c'è stato lui. E la sensazione piacevole di sentirsi belle per qualcuno è talmente appagante che una volta provata è difficile rinunciarci. Passi un'esistenza a chiederti cosa puoi aver mai fatto di male per essere così incoerente tra quello che ti senti dentro e il modo in cui il tuo corpo occupa spazio, che quando finalmente trovi qualcuno che quello spazio te lo spiega e rende tutto semplice e liscio come l'olio non puoi rinunciare.

E allora pensi alla balena. Mi chiedo se potrebbe servire, se potrebbe essere utile avere una guida che mi dia quella spintarella di cui ho bisogno. Che mi aiuti a farla finita al più presto. Io non ne posso più. Non riesco più a capacitarmi degli eventi.
Non posso andare avanti, e a nessuno frega niente, nessuno mi prende sul serio... passerà...
Nessuno cerca di aiutarmi col lavoro, perchè tanto dico cazzate.
Tutti si congratulano con me perchè mi sforzo di uscire di casa e faccio delle cose, senza rendersi conto che non è un tentativo di tornare alla normalità, ma solo un contentino che faccio per gli altri.

Non so più cosa leggere per capire quali farmaci devo prendere per non fare errori.
Io me ne voglio andare

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