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Per cominciare

mercoledì 8 febbraio 2017

Per cominciare

Non so dire come, dove e quando è nata in me la necessità, probabilmente non richiesta, di scrivere cose. Non sono una scrittrice in grado di inventare una storia e dei personaggi, e probabilmente non ho nulla da raccontare.
Ma molte, molte, molte lune fa, per scherzare, per giocare e per nonsonemmenoioperchè, avevo, come molti altri, un blog di messenger. Quel blog, che ormai non esiste più, mi aveva permesso di esprimermi su diversi argomenti, che a volte fatico a trattare senza uno schermo che "mi difenda" dal mondo. Inoltre mi aveva consentito di stringere dei rapporti, sebbene virtuali, che in qualche modo hanno superato gli anni. Ed esistono ancora adesso.
Ma soprattutto, sopra qualsiasi altra cosa, il blog mi aveva aiutata in un periodo terribile della mia vita, poichè mi permetteva di tirare fuori quello che avevo dentro, senza essere giudicata.
In qualche modo si discute e si viene giudicati comunque, ma c'è quel piacere di poter dire "questa è casa mia e tu non puoi venire qui a dirmi cosa sia giusto o cosa sia sbagliato". Non è che io non accetti pareri diversi dai miei, anzi, mi ritengo una persona piuttosto aperta al confronto, specialmente se argomentato... altrimenti mi "accontenterei" dei mille cuoricini di facebook.
Il punto è che a volte mi serve scrivere, ma non mi basta la matita fucsia a pulsante storica che ho (credo di essere una delle poche creature sulla terra che ancora acquista mine HB per una stupida matita a pulsante che ormai avrà più o meno 15 anni) e il mio quaderno/diario segreto.
A volte ho bisogno di sapere che, anche se in silenzio, qualcuno legge.
Molto tempo fa, come tantissime altre poco più che ventenni, anche io ho patito il tremendo e catastrofico dramma personale di venir lasciata dal poco più che ventenne che credevo mi amasse, con cui pensavo di passare tutto il resto della vita. Solo che per me fu UN TANTINO più esagerato di un catastrofico dramma personale. Era necessario, per una serie di vicissitudini legate a quella storia, e per trovare la forza di sopravvivere, non cercarlo, non sentirlo mai più. Di giorno ci riuscivo, dura, forte, concentrata sui miei doveri di studentessa. Ma di notte, sola nel mio letto a soppalco ad una piazza e mezza, circondata dai miei tre (allora erano tre) gatti, la cosa era davvero difficile.
Avevo un piccolo quaderno viola, su cui gli scrivevo lettere, pur di non mandargli sms, ma dava un sollievo momentaneo.
Poi una amica (che allora era un'amica, e negli anni si è rivelata una stronza epocale, ma allora era una persona importante per me) mi diede un consiglio a dir poco geniale. Mi disse "Ogni volta che vuoi scrivergli, che non ne puoi più, che devi assolutamente dirgli qualcosa, dal mi manchi al fottiti, tu scrivi a me".
Sembrava un'idiozia. Ma ci ho provato... e ha funzionato! Mandavo decine di sms a 0,15 centesimi di euro. Ha funzionato perchè bastava sapere che una persona leggeva... non importava non avere una risposta, o un feedback, come va di moda dire da quando esiste ebay.
Ecco perchè allora avevo cominciato a scrivere un blog.
Ecco perchè sono ancora qua... anche se credo che ora lo scopo sia solo avere un po' di sollievo, perchè non trovo, dentro di me, alcuna valida motivazione per cercare di superare l'incubo in cui mi sono cacciata da settembre 2016.

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