Post in evidenza

Per cominciare

venerdì 24 marzo 2017

La Morte a Venezia

Oggi avrei avuto dei programmi importanti, che si sono frantumati nel corso degli ultimi mesi.
Oggi sarei dovuta partire per Venezia, una città che non ho mai avuto occasione di visitare, per avere un ruolo, niente di sconvolgente per carità, ma un piccolo ruolo che mi ero guadagnata per i miei meriti, in ambito lavorativo.
Un piccolo ruolo in un evento importante per il mio lavoro, anche se non ha più niente di mio.
Doveva essere qualcosa di estremamente fico, anche divertente... e di sicuro molto molto bello.

Ma non è nulla di tutto ciò. Forse è una delle poche, ultime date che saprò ricordare così... con lacrime e tristezza. Date previste in cui sarò a casa quando invece sarei dovuta essere altrove.

Vorrei dire che la mia vita sta andando a rotoli... ma in realtà credo che abbia finito da un po' di rotolare. La mia vita se n'è andata da qui, con tutte le mie cose e tutti i miei interessi.

Sono rimasta qui sola senza niente, senza anima, senza cose da fare, solo con le mie cicatrici e le mie lacrime.

Da quando ho dovuto iniziare il training autogeno pre-caldo la situazione è drasticamente peggiorata.
Non potersi tagliare perchè tra poco saremo a maniche corte è la peggior maledizione che potesse capitarmi.
Non ho la forza di mostrare ogni giorno al lavoro i miei segni, o sopportare mia madre che ancora, dopo sei mesi, non si è accorta di nulla.
Sembro un cotechino affettato.
E' uno dei miei pensieri fissi, mi sento come in crisi d'astinenza. Mi manca la blanda sensazione di serenità che provo quando il sangue cola.
Devo identificare un'altra zona nascosta e fare qualcosa.

E adesso ho un trauma enorme per maggio da affrontare, e non so nemmeno come. Vorrei solo spaccare tutto e chiedere perchè.
Ma non posso spaccare niente, non saprei neanche cosa spaccare visto che informazioni che io avrei dovuto avere tipo d'estate le ho avute oggi da mia madre (che a sua volta le ha avute a febbraio).

A volte mi sento stranamente serena, perchè penso che non avrò problemi, che li avrò già risolti prima, che non ci sarò più e tutto sarà a posto

mercoledì 15 marzo 2017

Silverchair - Suicidal Dream

I dream about, how it's gonna end
Approaching me quickly
Living a life of fear
I only want my mind to be clear
People, making fun of me
For no reason but jealousy
I fantisize about my death
I'll kill myself from holding my breath

My suicidal dream
Voices telling me what to do
My suicidal dream
I'm sure you will get yours too
 Help me, comfort me
Stop me from feeling what I'm feeling now
The rope is here, now I'll find a use
I'll kill myself, I'll put my head in a noose

My suicidal dream
Voices telling me what to do
My suicidal dream
I'm sure you will get yours too

Dreamin' about my death, dream
Suicidal, suicidal, suicidal dream
I'm suicidal, suicidal dream

Sentire senza usare le orecchie

Stamattina ero al lavoro, con mille cose da fare e completamente incapace di concentrarmi, anche se c'era l'ennesima urgenza.
Ero lì, in sala operatoria, con l'intestino aperto di un cane tra le mani... e ho sentito da qualche parte nel cervello il suo respiro. L'ho sentito come se fosse stato lì, a respirare vicino al mio orecchio, ma non l'ho sentito con le orecchie.
E poi ho avuto come una certezza. Mi sono sentita sicura al 100% che non farò mai più l'amore nella mia vita.
Sarò sola per il resto del mio tempo, e non sentirò mai più il suo peso su di me.
Non so spiegare, ma mi sono sentita sicura.
Poi di colpo tutto è cambiato, e non ero più in chirurgia, ero seduta al mio posto a tavola, a casa, lui alla mia sinistra, mi guarda, si avvicina con la testa e mi dice "sei arrivata in ritardo".
Mi stavano cedendo le ginocchia.
Gli occhi mi si sono riempiti di lacrime, che per fortuna non sono cadute nella pancia aperta del cane.
Poi di nuovo una voce, una voce familiare "Ti sta ammazzando, per il suo ego. E' uno stronzo. A volte gli stronzi perdono la testa per qualcuno, e cambiano. Ma se fosse così sarebbe qui. Dov'è? Ti sta ammazzando e non te lo meriti"... semplicemente un'altra cosa che mi è stata detta.

Ero poco più di una bambina la prima volta, e non me ne sono mai pentita. Ho avuto diverse storie più o meno lunghe, e sono sempre stata fedele. Sempre. Mai ceduto a niente, non ne ho mai sentito il bisogno. Anche di questo non mi sono mai pentita. E ogni volta che sono stata single ho fatto, nel rispetto di me stessa e della persona/persone che passavano il tempo con me, tutto quello che ho voluto. E non mi sono mai pentita di niente. Me ne sono sempre fregata, a riguardo, di quel che diceva la gente. Quando una persona mi piaceva senza dubbio alcuno ci provavo, se ero libera (se no difficilmente qualcuno mi piaceva... è capitato solo due volte in tutta la vita). Quando Paolo lo stronzo se n'è andato tutto era perfetto quella sera... Alcatraz, luci basse, musica fortissima. E parte Enjoy the silence, la nostra canzone, ma in versione rivisitata dai Depeche. Era lei, ma in qualche modo era diversa. Alzo gli occhi e vedo Cosetto per la prima volta. Troverei anche ora la piastrella precisa di tutta la pista grande dell'Alcatraz sulla quale ci siamo conosciuti.
E non c'è voluto niente. E dopo e durante è stato facile, facevo tutto quel che volevo, con chiunque volessi. Senza problemi. Perchè Paolo lo stronzo doveva morire per quel che mi aveva fatto, e io non ero certo lì ad aspettarlo. E Cosetto era diventato il mio painkiller del venerdì, poi c'era quello delle sere a caso in settimana, poi ce n'erano altri due a rotazione o insieme, qualche ragazza... Tutto quel che volevo, fino a quando sarei stata pronta ad avere di nuovo un cuore. Così nessuno si faceva male. Anche se Cosetto un po' mi ha fatta disperare.

Ora no. l'impulso sessuale che sento è intenso, continuo, da prime settimane di relazione. Quelle cose tipo tu ora bevi un litro di caffè e non dormi perchè io ti voglio scopare ancora e ancora e ancora.

Solo che è a senso unico.

Vado a ballare, ogni settimana. E non è che non ci siano persone che mi guardano come Cosetto. Ma la piastrella non mi resta in testa. In questo anno e mezzo ne ho sentite di tutti i tipi. Dagli inviti a bere una birra per consolarmi (e ho anche detto di si a più persone contemporaneamente nella stessa sera e nello stesso locale per non trovarmi sola con nessuno), a proposte di relazione, a proposte di sesso a scopo di svago, addirittura di sesso come cura. Simpatiche, scherzose, fuori luogo, moleste, offensive, dolci... ho sentito di tutto.
Non me ne frega un cazzo.
Niente proprio.
Non è come dopo Paolo lo stronzo.
Non è come niente al mondo. Non è una cosa che si può capire.

Si sa che all'inizio di una relazione si scopa come se non ci fosse un domani, e tutti dicono che poi il desiderio va via via scemando. E' vero. Ma capita solo quando vanno via anche i sentimenti, quando due persone si siedono e decidono di non cercarsi più, tanto sanno cosa trovano.
E' anche verissimo che quando non c'è più sesso è inutile girarci intorno, non è una cosa di romanticismo distrutto... senza sesso si è due coinquilini che dividono le spese.
Poi un bel giorno scopri che non solo esiste una sensazione che non avevi mai provato prima, anche se eri convinta di aver provato un amore grandissimo. Trovi quello che dicono nelle favole e nei film. E anche il sesso più sporco e rabbioso diventa un qualcosa di totalmente sublime.
Per me è un qualcosa che in qualche modo deve essere speciale. Un minimo di coinvolgimento mentale lo devo avere. E' in fondo una cosa così profonda accogliere qualcuno dentro di te, uomo o donna che sia... almeno una minima.
Anche nell'avventura di una sola notte con una persona semisconosciuta, un minimo di coinvolgimento l'ho sempre avuto.
Poi trovi altro. 
E ti rendi conto che non puoi più accontentarti di niente.
E allora tanto vale il niente.

Ne sono stata certa, non farò mai più l'amore.
E ne sono certa perchè anche se ci spero ciecamente, non tornerà. Spero solo che non torni per quello che dice lui, e non per quello che dicono gli altri.
Ma la vera domanda, di fronte alla certezza è
Ma allora che cazzo sto qui a fare?

Le cose che la gente dice

Cerco di non parlare con le persone, un po' perchè non mi sento capita, un po' perchè dubito che qualcuno abbia un consiglio intelligente da darmi, soprattutto perchè mi sento in colpa a causa del fatto che è vero che sono stata sputtanata da tre stronze, ma è anche vero che se io fossi stata zitta tutto questo non sarebbe successo.

Cerco di non parlare perchè so cosa mi dice la gente... probabilmente se una mia amica cara si stesse lasciando morire così per una situazione simile alla mia, io direi le stesse cose. Ma non sono un'amica che mi può consigliare.

Ho provato a parlare a mia madre. Mi ha detto "tu hai bisogno di una bella scossa"
Ho provato a parlare ad una donna che ritengo saggia e che classifico nel gruppo degli "adulti"... mi ha detto delle cose tremende.
Ho provato a parlare con lo psichi, ma non risponde ai miei messaggi, quindi ormai sono quasi certa che abbia cambiato numero. Ovviamente basterebbero pochi minuti per ottenere il fisso dello studio e prendere un appuntamento... ma poi in pratica a che scopo? Lo psichi non può far tornare le persone.
Quello che mi è stato detto mi ronza in testa come la mosca che depone le uova. Avrei voluto parlargliene, ma non ha più tempo per me... solo qualche messaggio indispensabile.

Non ce la faccio più... la mattina, quando mi alzo già in lacrime come al solito, non posso sfogare il mio dolore con i soliti, al momento ancora efficaci, metodi, per via di questa primavera di merda che porta caldo e alterazione degli ormoni.

La gente pensa cose che io non riesco ad accettare. Un po' me ne frego, visto anche che non vedo in realtà motivo di dare importanza alle mie cose, figuriamoci a quello che pensa la gente.
In fondo nessuno di loro è lui, quindi di quello che pensano me ne fotto.
Ma purtroppo finchè non troverò un nuovo lavoro non posso permettermi di mostrare le mie ferite ai clienti, che già di loro hanno la sensibilità intellettuale di una limaccia in prognosi riservata.
E quando finalmente avrò un minimo di fortuna e potrò avere un colloquio, non posso mostrarmi piena di ferite...

Quindi pensavo che, per quanto da quando lui è passato di qui io ho risolto il più grande problema che avevo, ci sono delle parti del mio corpo che non si possono vedere, che nessuno vede. So che non è la stessa cosa, quando si altera un rituale, ma immagino che sia meglio di niente.

Stamattina mentre facevo la mia solita strada, valutando di togliere la cintura e sterzare a destra buttandomi nel naviglio, stavo pensando alle priorità.
E mi sono resa conto che nella mia vita non sono mai riuscita ad essere la priorità della persona per me prioritaria. Neanche per i miei genitori... c'è sempre e comunque stato prima mio fratello.
Per nessuno, nessuno di tutti quelli che ho amato. Ovviamente neanche di quelli che amo.
Potrei tentare di diventare la priorità di me stessa e ricambiarmi da sola. Ma mi odio troppo per darmi credito.

domenica 12 marzo 2017

Le molliche di pane

Sono passate diverse settimane dall'ultima volta che sono venuta qui a scrivere. Ma oggi è il 12 marzo, quindi sono ufficialmente 6 mesi. Quindi secondo la teoria di Charlotte York (per dimenticare qualcuno devi soffrire per la metà del tempo che hai passato con il qualcuno) dovremmo esserci.
Peccato che non ci siamo per niente.
Mi sento come la lumaca sul filo del rasoio di Apocalypse now. E penso che potrei cadere a destra, o a sinistra... oppure andare avanti lungo la lama, come sto facendo. Sopravvivere, ma dilaniata. A che scopo?
Ogni volta che mi sono ritrovata le medicine in mano, e, piangendo, ho pensato di prenderle tutte insieme con la mia vodka preferita, mi sono fermata perchè è ancora viva dentro di me la speranza che lui torni.
E' passato il mio compleanno, e so di gente che ha dei regali per me, e io non voglio uscire per incontrare nessuno. Mi dispiace per questo, ma credo che, in qualche modo, le persone debbano cominciare a dimenticarmi, oppure ad organizzare la loro vita senza contare su di me, visto anche che non sono in grado di programmare nulla.
In un mondo perfetto, io stasera sarei dovuta essere ad un concerto... ma ho rinunciato. Avevo i soldi, avevo il tempo... avevo tutte le possibilità... ma a che scopo?
Il concerto di un gruppo che segui da circa 20 anni, a cui vuoi bene, che vedi sempre con piacere... e nessun motivo per andarci.
Io mi rendo conto che le implicazioni lavorative non siano di aiuto e peggiorino drasticamente le cose... ma proprio no, non mi capacito di come una singola persona sia così fondamentale per il proseguimento della mia esistenza.
Seguo una crew di dj da ormai un anno e mezzo. E' l'unica cosa che faccio. E' l'unica cosa che al momento mi sembra importante. Arrivo a mettere le date delle serate prima dei miei impegni o del lavoro... accomodo addirittura i turni pur di poter passare più tempo possibile in pista.
Una delle cose che devo fare è utilizzare facebook per condividere gli eventi delle serate, è una cosa che mi è stata chiesta.
Lo faccio, non mi costa niente. Ma mi rendo conto che la vivo in modo diverso dal "per favore sponsorizza l'evento"
Io lo faccio come pollicino, per lasciare le mie tracce. Quando sono a ballare non posso continuamente guardare il telefono... prima lo facevo, ora non posso più. La delusione di non trovare i suoi messaggi è troppa, meglio dimenticare di averlo il telefono. Ho avuto anche l'istinto di non portarlo neanche con me, ma la cosa è improponibile per la funzione di navigatore... e poi essere in giro sempre sola nel cuore della notte per tutta la lombardia, senza aver modo di chiedere eventualmente aiuto non è esattamente un'ideona del secolo.
Metto gli inviti perchè lascio le tracce. Quando esco mi acchitto al massimo delle mie possibilità, cosa mai fatta. Sono sempre andata a ballare cavalcando l'onda del momento, messa giù da battaglia o in mimetica senza manco il mascara. Cerco di essere sempre carina, come posso... perchè spero sempre che lui segua la pista e mi trovi.
Non so più dire quante volte in questi sei mesi di serate a cadenza settimanale io mi sia girata sorridente e piena di speranza ogni volta che mi sono sentita sfiorare, bramando che finalmente fosse lui.
Con quel sorriso meraviglioso, quella barba irresistibile e una moto parcheggiata fuori dal locale.
Non è successo. Penso che se venisse da me e entrasse nel locale dove sto ballando, lo sentirei ancor prima di vederlo o di essere sfiorata. Probabilmente lo fiuterei. Il profumo più buono mai sentito. E pensare che una volta seguivo le persone che portavano Kenzo, credendo che non esistesse odore più attraente al mondo.
Ma ci sono tante tante cose che non credevo, non sapevo, nemmeno immaginavo.
Ci sono cose di cui non sospettavo nemmeno l'esistenza.
E una di queste è la consapevolezza che quel che sogni da bambina, leggendo le favole, è vero, esiste.
C'è davvero un principe, c'è davvero una persona che ti completa, che rende più bello tutto nella tua vita, che è in grado di risollevarti anche dal dolore del lutto con una semplice telefonata.
Io non posso proseguire con la certezza che non tornerà più da me. Non posso. Non si può. E anche se si potesse, non c'è motivo per farlo.
Tutto è andato a rotoli.