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mercoledì 17 maggio 2017

Tempo libero

A volte mi chiedo che cosa facciano le altre persone durante il loro tempo libero.
Mi rendo conto che il mio lo sfrutto davvero molto male. Non so se è perchè ne ho poco o se perchè portare avanti una casa da sola ne toglie molto di più.
Forse anche perchè il mio lavoro ha, su di me, lunghi tempi di recupero, fisico principalmente, specialmente negli ultimi mesi.

La maggior parte del mio tempo libero lo passo piangendo, e guardando disperatamente annunci di lavoro su internet.
Il sito per il reclutamento che mi è stato consigliato dagli impiegati dell'agenzia in cui mi ero recata per avere aiuto in ottobre mi permette di visualizzare il commento dell'azienda che ha pubblicato o commissionato l'annuncio.
Ogni santa volta vedo una sfilza di NON IDONEO.
Mi chiedo se dipenda dall'età...
Ma temo che la causa principale della mia non idoneità sia dovuta allo stupido lavoro che ho, che in qualche modo mi ha portato, agli occhi di tutti gli altri fuori dal mio ambito, a specializzarmi in un settore particolare che non permette di tornare indietro.
Il mio lavoro è la causa di quasi tutti i miei mali... e paradossalmente è la causa principale del non riuscire a trovare un altro lavoro.
A parte quelle che sono le mie attività specifiche, io so gestire i clienti, so vendere, effettuo mansioni di segreteria, presa appuntamenti, gestione magazzino, pulizie... non capisco perchè non potrei andare bene come segretaria in uno studio medico... so scrivere una cartella clinica meglio di un medico umano...
So l'inglese, so il francese, con un po' di impegno potrei anche ricordare il tedesco...
So usare il pc, come tutti, ho gestito forum, ho gestito un blog che, prima di questo, aveva anche un certo successo.
Anche lo spettacolo... so gestire un gruppo, so organizzare eventi e date, so pianificare ordini del giorno e riunioni.
So fare un sacco di cose.
Ma sembra che niente vada bene.

Non ne posso più di alzarmi ogni mattina per passare tot ore a fare un lavoro che mi è piaciuto solo per un anno della mia vita, perchè c'era lui.
E' molto frustrante, per una competitiva come me, vedere tutti i miei colleghi passarmi davanti, fare cose importanti, essere sempre sul pezzo, quando io non posso più neanche partecipare agli incontri di aggiornamento.
Mi dicono concentrati sul lavoro, così ti distrai... no, se a casa nel mio tempo libero piango pensando a lui a livello 10, al lavoro il livello sale a 100, con l'aggravante di non poter esternare, di dover cercare di risolvere dei problemi, spesso gravi, Sarebbe utile, quando di fronte a me si prospetta un caso particolare o minimamente interessante, documentarmi, studiare, cercare di migliorare...
E invece non riesco/non lo posso più fare, non posso, non ne ho possibilità.
E come se non bastasse, alla fine del mese i soldi non sono sufficienti.

Sono davvero demotivata e non so come sia possibile pensare di tirare avanti per i prossimi decenni.
Mi sento sull'orlo della disperazione globale

domenica 14 maggio 2017

Happy mother's day

Per la festa della mamma stavo guardando delle vecchie foto... io bambina con la mamma.
Penso ai sogni che avevo.
Sarei diventata una donna forte e con un lavoro importante, proprio come lei, sarei diventata molto meglio di mio fratello, perchè avrei dimostrato quanto dura possa essere una donna.
Non mi sarei mai soffermata su stupidaggini come l'aspetto, la bellezza o la moda, perchè quello che conta è laurearsi.
Avrei avuto una famiglia bellissima con un uomo che mi amasse, profondamente ricambiato, perchè il fatto che i miei genitori non l'avessero avuto non doveva condannarmi ad un'età adulta così triste ed arida.
E non avrei mai avuto bambini, per non rovinare loro la vita.
Più o meno questo è il riassunto di quello che avevo chiaro in testa a 10 anni. Un po' farina del mio sacco, un po' imboccata dai miei genitori.
All'alba dei 40 anni sono una specie di punkabbestia sola, con un lavoro che detesto e che mi assorbe togliendomi energia.
Tutto è così rallentato che anche mettere un bicchiere in lavastoviglie sembra paragonabile a scalare il monte bianco.
La stanchezza è tremenda.
Non sono mai diventata bella, non sono mai diventata importante per nessuno, nè per il mondo.
Credevo di aver costruito delle cose, invece non ho niente di niente.
La settimana scorsa sono stata a Parigi, una specie di colpo di fortuna, ho speso 17 euro per entrare al louvre e qualche euro in bottigliette d'acqua. Una rapida piccola vacanza completamente gratis.
Il mio viaggio a Parigi mi ha fatto capire che non serve a niente andare in giro, porto tutto con me. Non serve a niente stare in piedi tutto il giorno in un bellissimo museo, anzichè al lavoro, ogni sosta bagno è utile per isolarsi e piangere.
Non c'è nulla di più romantico che piangere sui mezzi di trasporto... pieraccioni diceva il treno, ma anche l'aereo non scherza.
Prima credevo di aver bisogno di una vacanza, visto che a conti fatti è passato davvero molto tempo dall'ultima, ma ora sono sicura che servirebbe solo a pagare per piangere lontano da casa, quindi ogni possibile idea è sfumata.
A volte vorrei andare a sedermi in riva al Nilo, solo per cercare un po' di pace e di energia, ma credo di essere terrorizzata all'idea che non funzioni. E comunque per me è una spesa un po' troppo esagerata, visto che il mio fantastico lavoro mi consente a malapena di pagare le tasse.
A proposito di lavoro, stavo guidando per andare in ambulatorio, visto che non sono riuscita a trovare le forze per andare ad un evento a cui tenevo. Mi chiedevo che cosa succederà tra un paio di settimane, quando dovrò affrontare il matrimonio della mia migliore amica, sia di persona sia rimanendo a casa (in qualche modo deve passare), con il pensiero che in un mondo perfetto io quel week end dovrei essere a Rimini.
E mi sono resa conto che non importa quanto dentro di me io possa sentirmi giovane, non adulta, ancora adolescente. La verità è che sono a metà di quella che dovrebbe essere la vita media di un essere umano, e la malattia mi sta imbruttendo. E non ho niente di quel che desideravo. Non sono stata capace di fare niente. Solo soffrire. Ho perso tanto di quel tempo... e non ho concluso niente. E niente ha un senso, niente ha un significato.
Mi sono sentita sollevata quando stasera al telefono mia mamma mi ha di nuovo urlato dietro perchè non sono uscita, se si arrabbia rende le cose un po' più facili.
Io vorrei dare meno peso possibile alle persone, vorrei uscire di scena in silenzio, senza troppe scenette. Vorrei solo che si impedisse ad un numero specifico di merde di venire a fare i falsoni al mio funerale, e vorrei donare gli organi tranne le cornee.
Guidavo e pensavo che io non ce l'avrò mai un matrimonio. E mi si sono riempiti gli occhi di lacrime. Io non avrò mai accanto qualcuno che mi metta al primo posto, che mi reputi fondamentale per la sua felicità,
Non ce l'avrò mai. E mi chiedo continuamente cosa sto qui a fare, con questa certezza.
La gente dà priorità a varie cose nella sua vita, ognuno ha le sue. Io, fin da piccola, ho sempre pensato che l'amore fosse la cosa più importante e, col passare degli anni e delle delusioni, mi sono convinta che l'amore per gli amici fosse più importante dell'amore per un uomo... un po' tipo la volpe e l'uva... visto che non ce l'ho, allora non lo voglio.
Ma non è così.
E ora che lo so, io non riesco a dirmi va bene, chiudi il capitolo e vai avanti a cercare altro. Non c'è altro, non ci sono speranze di miglioramento a cui attaccarsi, non c'è più niente. C'è solo la consapevolezza che qualsiasi cosa io possa trovare non sarà mai quello che volevo e avevo trovato, e sarebbe una vita di inganno.
Stanotte ho dormito, perchè avevo un impegno importante e ovviamente mi sono addormentata sul divano.
Ho sognato di avere boh 50 o 60 anni, e di essere sposata con un uomo buono che mi voleva molto bene. Ero in un ristorante con una mia amica, a cena. E lei mi diceva "Stiamo bene, i miei figli diventano adulti responsabili e felici, abbiamo ancora voglia di uscire a cena tra di noi e siamo serene nei nostri matrimoni... ti ricordi quanto sei stata inutilmente male per <quello là>, hai visto che alla fine tutto si è sistemato e sei felice?"
E io nel sogno tiravo fuori il portafoglio, che non era quello che ho adesso, ma conteneva comunque due carte di bustine di zucchero, una normale e una di canna, ripiegate tra di loro, come in un abbraccio. Non mi ricordo bene che cosa rispondevo alla mia amica, ma il senso del mio discorso era tipo sto fingendo da 20 anni per farvi contenti, sono morta dentro, piango ogni notte dal 2017 e ogni volta che faccio sesso con mio marito mi sembra di venir violentata perchè non voglio.
Io non ho più niente, ho solo due certezze nella mia vita:
1- lui non tornerà mai più da me, e non lo rivedrò mai più, perchè si rifiuta di vedermi
2- quello che ho visto nel sogno era estremamente verosimile, e so che se non faccio qualcosa per impedirlo è quello che mi succederà

E per impedire intendo porre fine.
Anche perchè... non sono in grado di sistemare due vestiti stirati al loro posto... come posso reggere ancora per anni?

Gli ultimi anni di convivenza il sesso era un optional, e stavo mesi senza essere toccata o baciata da chi viveva con me. Ma potevo sempre accoccolarmi vicino a lui mentre dormiva, o fare da sola.
Non voglio sminuire la cosa, ma se è vero che quando non c'è più quel tipo di intimità in una coppia ci si deve fare delle serie domande, allora è vero anche il contrario. Se il desiderio sessuale è forte e continuo, ma non si riesce nemmeno a far da soli, perchè è un desiderio a senso unico, allora bisogna farsi delle domande.
Se non si riesce a star sereni neanche mentre a toccarti è la parrucchiera e ti sta toccando in testa, bisogna farsi delle domande.
E mia mamma mi pressa per la visita annuale dalla ginecologa. E solo il pensiero mi angoscia profondamente. Non posso tollerare di essere toccata neanche per una visita di controllo, neanche dalla dottoressa che mi ha salvata dall'endometriosi,
Io ancora lo sento respirare vicino al mio orecchio e ancora allungo il braccio nel letto verso destra, ma non lo trovo.

Non so se è più grande il desiderio di averlo con me, o di morire.