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giovedì 9 febbraio 2017

Suonare il violino

Questo è il quinto... cinque, il mio numero preferito. Chissà perchè poi... ma lo è sempre stato.
D'altronde come puoi spiegare l'indicibile bellezza dell'arancione?
Non puoi.
E allora non puoi spiegare neanche perchè è tanto carino il 5.
Però un 5 merita qualcosa di impegnativo ed importante. Ci sono centinaia di blog che ne parlano, in vari modi, e per i più svariati motivi. Io ho un solo scopo. Dirlo, per sentirne meno il peso. Se poi qualche 13enne capita qui e capisce qualcosa di positivo per la sua vita, meglio per lui, ma non è il mio scopo, nè il mio desiderio.
In effetti mi rendo conto di aver scritto "qualche 13enne" senza neanche soffermarmi a ragionare sul fatto che pure io avevo 13 anni la prima volta. Che anno quel 1992... sono successe delle robe esagerate. E rifarei tutto. Ma non so dire se questo lo rifarei... forse oggi, ora, direi di si, perchè siamo in una fase di MI SERVE. Ma ora che ci penso bene, neanche nei miei tanti anni di disintossicazione (forse meglio dire di inattività) ho mai pensato che sarebbe stato meglio "non iniziare".
Che poi... iniziare... iniziare cosa... non è che un bel giorno questa cosa sia arrivata e io abbia potuto scegliere si la faccio o no non la faccio. E' iniziata e basta.
Si chiama "tentativo fallimentare di verificare le tue condizioni vitali con metodi che per la gente normale sono da folli fuori di testa". Più comunemente noto come autolesionismo.
Eccomi qui, la vera incarnazione del grunge. Mi odio e voglio morire. Ma prima mi massacro, così mi assicuro di essere ancora viva.
All'inizio credevo fosse per attirare l'attenzione degli altri, tipo ehi guarda, io ho un buco in testa, ma non perchè perdo i capelli, ma perchè me li strappo a ciocche, e fa un male del dio.
Poi credevo che fosse per punirmi, tipo sei un mostro informe e nessuno ti vorrà mai perchè sei la rovina della vita dei tuoi genitori supereroi che si sacrificano per te, quindi vai subito a sboccare tutto quello che hai mangiato che non te lo meriti.
Poi è passato un po' di tempo e ho scoperto con orrore che i miei genitori non erano dei supereroi, ma solo delle normali persone, con i loro pregi e i loro difetti. Quindi potevano sbagliare anche loro, quindi dovevano essere puniti per aver sbagliato con me. Quindi smetti di mangiare, così dimagrirai fino ad ammalarti e sarai l'immagine vivente della sofferenza, e loro vedendoti si sentiranno in colpa.
Poi alla fine è diventato ingestibile, sebbene così razionale, ed era solo un modo per fermarsi. Quando il dolore è troppo da non sentirsi neanche più sul pianeta, quando la mente è già a tre quarti fuori dalla finestra, quando senti che non ne puoi più e non capisci più niente, e nessuno intorno a te capisce, e ti farfuglia minchiate assurde tipo REAGISCI... ok prendi una lama e taglia per vedere il sangue. Finchè c'è sangue ci sei. Finchè ci sei qualcosa potrebbe ancora cambiare... e se non cambia vedremo... ma per il momento taglia e guarda, e vedrai che smetterai subito di piangere, smetterai subito di stare male, e probabilmente se sei a letto riuscirai ad addormentarti prima ancora che i goccioloni smettano di cadere sulle lenzuola.
Lo so è agghiacciante.
Ma il punto è che ti possono dire tutto quello che vogliono, compreso che i veri depressi non parlano e non scrivono, non capiscono comunque. Non so cosa si intenda socialmente per depressione, ma so cosa si intende dal punto di vista medico. E i più comuni sintomi io ce li ho tutti, tranne la riluttanza verso i rapporti sessuali, quella non ce l'ho, e per altro è un problema, perchè la mia è solo monotematica.
L'autolesionismo è un modo disperato per cercare di stare meglio, almeno per me, almeno finchè funziona.
Quando non funzionerà più valuteremo. Forse, vedremo.
Mi piacerebbe solo che la gente non si fermasse alle apparenze e al giudizio facile. Probabilmente molti ragazzini svitano i temperini o i cutter solo perchè va di moda (una amichetta che avevo alle medie si era incisa Harley Davidson su un braccio, ma non aveva mica dei problemi simili, un altro mio amico si era marchiato "elisa" sulla pancia con un coltello, ma poi gli è passata). A volte è come una droga, e si, lo so, le dipendenze non sono mai ben viste dalla società. Ma prima di dire drogato di merda, forse uno dovrebbe chiedersi perchè qualcuno si droga, indipendentemente dalla sua scelta di droga.
Io onestamente credevo che questa cosa per me fosse un capitolo chiuso da anni, anche perchè l'avevo abbandonata per un validissimo motivo: un bel giorno non aveva funzionato più.
Invece a settembre, al primo momento libero dal lavoro, mi sono ritrovata in trance all'esselunga, senza neanche accorgermene, a buttare nel carrello le lamette insieme all'insalata e alla cocacola, con un macabro senso di fastidio perchè non avevo trovato nessuna delle mie due marche preferite.
Perchè io c'ho pure le marche preferite.
Qualche mese prima, in pieno periodo più bello della mia vita, stavo lavorando e ho avuto una cliente che forse non arrivava ai 20 anni. Mentre le parlavo lei sembrava assente. Io non ho doni particolari, ma capisco negli occhi di una ragazza un certo tipo di assenza. Non mi ascoltava, era preoccupata. E si copriva nervosamente un polso, come se si fosse resa conto di aver indossato una maglia troppo corta per nascondere quel che non voleva mostrare a me, una sconosciuta.
Io mi sono fermata, ho smesso di parlare, e ho tirato su tutta la manica sinistra, perchè lei potesse vedere che cosa mi portavo dietro io, addosso io. I miei bellissimi segni bianchi, che indicavano cicatrici, e non ferite aperte. Mi ha guardata come per dire "ma allora posso sopravvivere? Ma allora posso pensare che un domani anche io sarò felice come sei felice tu?" e poi ha cominciato ad ascoltarmi, senza più preoccuparsi di nascondersi il polso.
Mi chiedo cosa potrebbe pensare ora di me quella ragazza... forse che non esiste speranza.
Non la conosco, ma spero che possa essercene a sufficienza per lei, e che non mi veda mai più... ricordandomi ed idealizzandomi come la sconosciuta che l'ha aiutata.
E' dura. E' terribilmente terribilmente dura.
E a volte la cosa più dura è non riuscire a comunicare, e rassegnarsi in qualche modo al fatto che gli altri vedano i tagli, o le bruciature, o i lividi, o tutto il resto, e non capiscano che è solo una punta di iceberg... e tutto il fottuto Titanic ci è già andato contro, e sta solo affondando molto lentamente al freddo.

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