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giovedì 6 aprile 2017

Tra l'amore e il male

Faccio fatica ultimamente a scrivere.
Per prima cosa perchè, come a suo tempo, sono andata a cercare nel playstore e ho scaricato la versione attuale di farmville. E così ho ripreso a raccogliere pomodori a tutte le ore, come facevo una volta.
Secondo perchè credo che neanche scrivere mi serva più.

Da settimane ormai ogni mattina, alle 7:15, mia mamma mi chiama per assicurarsi che io mi sia alzata, dopo aver ignorato la sveglia delle 7, delle 7:05 e delle 7:10. Stamattina ha chiamato, ma io ero già sveglia.

O forse dovrei dire che ero ANCORA sveglia.

Ero solo lì, sdraiata, che facevo fatica a respirare.
Si mamma, sono sveglia, grazie, a dopo.
Mi sono tirata su, mi sono seduta a gambe incrociate al centro del letto, in mezzo ai pacchetti di sigarette, alla cenere, alle bottiglie vuote e ai fazzoletti, e ho cominciato a piangere.

O forse dovrei dire HO CONTINUATO a piangere.

Lunedì sera mamma, allarmata perchè le ho detto che annullavo un appuntamento di lavoro per fuggire a casa durante la pausa pranzo, in modo da non stare con i miei colleghi ed evitare di mangiare, mi ha fatto una telefonata di un'ora e mezza, chiedendomi di pensare seriamente di chiedere aiuto. Lei intende tornare dallo psicologo, perchè è indubbio che l'ultimo Psichi mi abbia davvero aiutata e abbia risolto quello che nessuno aveva risolto in 36 anni.
Poi, io continuo a credere che ci sia stato lo zampino del Brucaliffo, ma concediamo allo Psichi il beneficio del dubbio.
In fondo con la questione del cane mi ha aiutata.

Uno dei nuovi problemi che ho, che è diventato lampante sabato, è che ho serie difficoltà a badare alle mie cose di salute e direi di cura di base. Continuo, più o meno consciamente, a saltare somministrazioni di farmaci che devo prendere, ad ignorare dolori che sento, trascurarli e non fare nulla per lenirli.
Durante una delle mie poche ore di sonno la settimana scorsa ho sognato di essere ammalata. Quando mi sono svegliata ho pensato a mia cugina, a mio cugino, a tutte le persone che ho conosciuto o che conosco che stanno lottando contro il cancro o altre schifezze simili.
Mi sono sentita un po' una merda, perchè ho nitidamente sentito di invidiarle. Non perchè lottano, ma perchè hanno qualcosa per cui lasciarsi andare è socialmente accettabile.
Se hai il cancro e piangi disperato ogni giorno la gente ti capisce, ti consola e magari cerca pure di aiutarti.
Se sei depressa perchè ti è successo qualcosa che ha completamente annientato la tua vita sei una stronza egoista, fai finta, esageri, sei una figlia di merda, rovini la vita di chi ti vuole bene e soprattutto la tua.
Forse non ho davvero più neanche voglia di scrivere.
A volte mi rendo conto di come neanche più penso a lui di continuo, io penso solo a morire, sto ore a letto a guardare il soffitto nel tentativo di escogitare un modo per farmi fuori senza sentire troppo male, senza dare troppo peso a chi poi dovrà trovarmi... tipo che ne so, meglio non tagliarmi le vene e costringere poi mia madre a pulire, di nuovo, il mio sangue.
Altre volte invece penso che dovrei informarmi e farmi ricoverare. Così magari mi danno la roba buona e posso dormire senza sogni. Ma mi spaventa non poter fumare.

Cercando, non so bene neanche io perchè, di sforzarmi per fare qualcosa per me, sono andata dall'estetista oggi pomeriggio, a fare la pulizia del viso. Una cosa dolorosa. Niente di così doloroso comunque.

La mia estetista mi segue da quasi 20 anni, forse pure di più, non saprei, neanche mi ricordo.
Ci vuole un certo tipo di rapporto con un'estetista... ti deve toccare, deve vedere e togliere i tuoi peli superflui, schiacciarti i punti neri... fare cose un po' schifose per farti bella o comunque socialmente accettabile. Il trauma peggiore per me ovviamente sono i piedi, quelle volte (poche per mia fortuna) in cui ho bisogno che mi faccia la cera alle gambe (solo la mezza, cara, che sulla coscia se no ti faccio un'esfoliazione), ma ormai ci conosciamo da così tanto tempo che tollero il contatto.

Prima di mettermi sotto l'erogatore di vapore mi ha spalmata e ha cominciato a massaggiarmi collo e spalle. Normalmente è la parte piacevole della procedura, con tutti quei profumini di oli essenziali.
Oggi credevo di morire. Non ce la faccio, nessun contatto è tollerabile, neanche per un fine puramente estetico.

Più lei mi massaggiava, più il mio cervello mi torturava con immagini di lui con un'altra, magari addirittura al solo scopo di dimostrare a sè stesso e ai suoi amici che tutto è normale, sta bene e non ha bisogno di struggersi per me, perchè tanto la sua vita in qualche modo deve andare avanti.

E anche stasera sto aprendo il terzo pacchetto di sigarette.
E anche stasera ho fatto fuori una bottiglia di vino sbocconcellando un po' di cena, già completamente vomitata.

La verità è solo che voglio morire, ogni giorno di più. Sono stremata e non so cosa fare.

Non riesco a capire esattamente cosa intenda mia madre per "farmi aiutare"
Per avere aiuto ed uscire da questa situazione non sono io che devo andare dallo psicologo, ma lui.





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