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mercoledì 26 aprile 2017

I real eyes... I realize...

Questo post potrebbe risultare, al lettore eventuale, un po' confuso.
Non mi preoccupo gran chè di come appaia il senso di quel che scrivo, a dirla tutta non sono neanche così sicura che qualcuno legga. Questo è un post "seduta di psicoterapia".
Sicuramente molte persone sono state, nella vita, sedute a parlare con uno psicologo (con lo psichiatra non si parla granchè... cmq), ancor più sicuramente molte, moltissime persone ci dovrebbero andare. Il più delle volte, per la mia esperienza, l'analisi aiuta, anche se all'inizio sei un po' scettico.

A volte capita, in analisi, che, spinta a parlare, partendo da un argomento proposto dal terapeuta, ti ritrovi faccia a faccia con una verità che in qualche modo hai sempre saputo, ma che in pratica si materializza di fronte a te come un muro (contro il quale a volte sbatti il naso) solo mentre ne parli. Come se le tue parole, man mano che escono dalla tua bocca, si animino, si materializzino, diventino di sostanza vera e palpabile. Come se non fossi neanche tu a dirle. E capisci cose. Su di te, su chi ti circonda, sui tuoi fatti privati e le tue esperienze. A furia di andare in analisi e imparare questa sorta di tecnica innata, l'esperienza si riverifica anche lontano dal terapeuta, in contesti diversi, in situazioni assurde.
E se sei un essere riflessivo, come me, poi passi il resto del tuo tempo a rimuginarci.
E così è tutto il giorno che ci penso, non ho pianto perchè le mie lacrime sono tantissime, ma le verso solo per il mio Brucaliffo. Tutti quelli che si stanno comportando di merda con me meritano la mia rabbia, il mio disappunto, sicuramente ottengono un po' del mio dolore, ma per loro non piango.
Piango solo per me e per il Brucaliffo.

Orbene, ho perso il filo a causa di una lunga telefonata (ho delle amiche che mi chiamano anche alle 23...) in ogni caso oggi ho sbarellato.
I miei genitori erano qui da me perchè vivo nell'unica casa al mondo con pareti ininchiodabili, nel senso che non ci puoi piazzare chiodi. Devi attaccare uno stupido quadretto dell'ikea dal peso di tre grammi? Importa sega, devi usare il trapano.
E visto che sono femmina e non ho un uomo che faccia per me i lavoretti, come da stereotipo, tocca chiedere aiuto a papà.
I miei genitori hanno litigato ININTERROTTAMENTE dalle 14 alle 16:30, non ne potevo più.
Nel contempo problemi e casini su vari gruppi wa, scodinzolamento totale della mia coda di paglia per post vari che appaiono su feisbuc dove sembra che l'amore trionfi sempre, basta che io non sia stata invitata, nonchè paranoie varie.
Cerco di essere carina, cerco di essere gentile ed educata, cerco di esprimermi per iscritto in un modo univoco che non dia possibilità di varie interpretazioni a seconda dei toni.
E va beh esplode un casino.
Una cosa già vista eh, niente che non avvenga regolarmente alle mie spalle da circa 7 mesi e 13 giorni (solo che c'è chi, stimolato, riesce a dirti le cose in faccia/per iscritto, poi però c'è anche chi è così stupido da andare da uno dei pochi amici che ti sono rimasti a sparlare di te). Niente io ho rotto i coglioni, tutti abbiamo passato quello che succede a te (ah si? non credo proprio visto che siete sposati/conviventi/accoppiati... a meno che voi non stiate pigliando per il culo alla grande le vostre compagne/compagni), non ci si può imbruttire per più di due settimane, devi reagire, devi di qui, devi di qua (naturalmente solo con i termini decisi dagli altri, non da te), e sbagli qui e sbagli là, non devi isolarti ma noi non ti invitiamo perchè hai chiesto di stare per i cazzi tuoi, muoriamo dalla voglia di coinvolgerti ma non te lo chiediamo perchè ti rispettiamo anche se ci hai rotto i coglioni e non siamo capaci di dirtelo, e non ti facevo così fragile.

Dunque.
Premesso che non sono interessata all'aiuto di nessuno, perchè ho ben chiaro in testa quel che voglio (stare con l'uomo che amo o avere almeno le sue briciole) e nessuno me lo può dare, io non ho chiesto niente a nessuno.
Ma proprio a nessuno.
Non ho chiesto aiuto neanche a chi vorrebbe darmelo, anche se non può. Ho tentato in ogni modo di spiegare che sgridarmi, tentare di farmi reagire, dipingermi il Brucaliffo come se fosse il capo degli stronzi interplanetari non solo non serve a niente, ma peggiora terribilmente la situazione.
In questi mesi le ferite peggiori con la mia lametta me le sono provocate proprio subito dopo che qualcuno mi aveva detto cosa dovevo fare e perchè.
Però di contro posso morire da sola serenamente, tutti questi aspiranti aiutanti non fanno niente, che ne so, per portarti fuori di casa, per passare del tempo con te (e io esco regolarmente almeno una volta a settimana, per bere e cercare di spalmarmi lungo il rientro in auto), ti invitano solo per cose a cui sanno benissimo che dirai di no, perchè già non mi frega niente di nulla, figuriamoci cosa me ne può fregare di quello di cui non mi importava niente PRIMA.
E allora mi chiedo, in tutto questo menefreghismo totale, in tutti questi modi per aiutare la povera finta depressa che rasentano l'insulto, visto che tanto siete tutti più bravi, più forti e più guerrieri di me, ma esattamente, qual è il vostro problema?
Poi ho capito.
Gridando in casa CHE CAZZO SI ASPETTA LA GENTE DA ME? ho messo insieme i pezzi.
Ho messo insieme l'atteggiamento che la gente (quasi tutta, devo ammetterlo, non tutta) sta tenendo nei miei confronti, l'atteggiamento tenuto nei confronti di persone che, anche se per altri tipi di problemi, sta passando una seria crisi depressiva, l'atteggiamento di tutti i superfighi che ne hanno passate tante ma le hanno brillantemente superate
E ho capito.
Nella mia vita ho risolto i problemi di moltissime persone, sono stata importante (mai fondamentale, mai al primo posto, ma importante si) per tantissimi che avevano bisogno di una spalla su cui piangere, di un'amica fidata su cui contare, di una compagna comprensiva e anche di un individuo alternativo eventualmente da sfoggiare alle feste.
Come tutti, forse anche un po' di più, ne ho passate di tutti i colori, e ho dei traumi dentro di me che sono difficili da superare... i problemi dei miei genitori, le faide in famiglia per far morire mia nonna, mio nonno e tutto quello che ha fatto di cui non parlerò mai online, i rischi che ho corso con delle persone di cui non parlerò mai online, Paolo, come mi ha trattata e come, grazie a quello detto sopra, non sono stata in grado di gestire, la sla e la morte di mio cugino Luigi, la tossicodipendenza e la morte (l'omicidio?) di mio cugino Alessandro, l'aggressione subita quando avevo 13 anni, i segreti che mi porto dentro (perchè io lo so mantenere un segreto, stramaledette puttane), il trauma dell'amica, della sorella dell'amica e dell'ex compagno con seri disturbi alimentari, gli amici portati via dalla droga, la malattia all'utero e i seri problemi ai denti, con tutto il dolore fisico e psicologico che hanno provocato e provocano, la scelta sbagliata di una professione per litigare con una ex suocera e tutti i danni che questo ha comportato, i problemi con l'antonio, i problemi con walter... potrei andare avanti all'infinito.
Ma tanto i miei problemi sono meno importanti di quelli degli altri.
Gli altri mi hanno sempre vista alzare la testa e lottare, sempre. Sempre sul pezzo, ogni tanto con qualche caduta e sempre prontamente rialzata. Ancora sporca di fango per la caduta o distrutta dentro, ma sempre pronta a tendere una mano a chi lo chiedeva.
In effetti sono una gran bella persona, anche se il destino ha deciso che non merito di essere la priorità di nessuno.
Poi è successo quel che è successo. In realtà alla luce dei fatti, sapendo tutto quello che ho brillantemente superato, la gente dovrebbe rendersi conto della GRAVITA' di quel che mi è successo, se non passa. Non è diverso dal dire "Sapendo quanto tu tenga al rocky e quanti sacrifici hai fatto per portarlo avanti 17 anni, ci si dovrebbe interrogare su quanto tu stia male, se rinunci allo spettacolo". Frase molto giusta, ma che va bene solo se si devono giudicare altri, tipo compagni di cast. Mai nessuno che guardi la trave nel suo occhio.
Il mio modo schietto di parlare con la gente, la mia trasparenza e lealtà hanno sempre spaventato e attirato le persone. La mia incapacità di essere me stessa attualmente spaventa ancor di più.
Sono l'incarnazione di quel che per tutti è astratto. La malattia, la depressione.
Cancro fa paura ed esiste, è una malattia che si vede sulle rx.
La depressione non si vede, non altera una risonanza magnetica... si preferisce starne alla larga, o dire che non è una malattia vera.
La gente è spaventata da come io mi stia riducendo, ma non per me, per sè stessa. Perchè non ha più l'amica, la macchietta, la festaiola, la veterinaria, quella che dà una mano, quella che organizza cose.
Aver sempre dato non viene spesso riconosciuto. A volte quello che dai diventa un'abitudine, e, per molti, se poi quell'abitudine viene a mancare, per qualsivoglia motivo, allora sei stronza.
Nessuno che faccia un passetto più in là per tentare di capirci qualcosa, solo giudizi. Per difendersi.
Perchè è troppo difficile accettare che una persona non veda nelle cose altrui qualcosa di importante o che non abbia alcun interesse a condividere.
La gente che si è sempre sentita, perchè io ce l'ho messa, in testa a classifiche varie, ha difficoltà ad accettare che ora anche io ho qualcuno diversi gradini sopra, impossibile da superare. Però non si è mai posta problemi a mettermi al secondo o terzo o x posto a seconda delle situazioni comode, tanto io me la cavo, tanto io sono forte, tanto io spacco il mondo.
Oh, sei così depressa? Non ti facevo così fragile... ma poi, cose dette da gente che dovrebbe avere gli strumenti per capire, che dovrebbe essere così felice per quel che ha da voler solo aiutare il prossimo.
E invece no, ti deve rompere i coglioni.
Perchè?
Perchè ha paura.
Perchè se una con due palle esagonali come me può imbattersi in un dolore così mostruoso da annullare TUTTO, vita compresa, allora può succedere a chiunque. E questo fa paura.

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