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mercoledì 19 luglio 2017

Gli scherzi della mia memoria

E' curioso... immagino che se le informazioni scolastiche ed universitarie mi rimanessero impresse nella memoria così come altre cose, così vivide e chiare, mi sarei laureata perfettamente in corso e soprattutto sarei brava a studiare e a ricordarmi le cose.
E invece no.
8 mesi fa. Facevo la doccia. Non c'era quell'entusiasmo da ragazzina eccitata che precedeva ogni bonifica prima di vederlo, perchè sapevo che non sarebbe stato un incontro totalmente felice al 100%.
Ma facevo la mia doccia, canticchiando "pennyroyal tea" e cospargendomi di caprifoglio. La mia pelle ha sicuramente un odore, che io non sento (a parte quando puzzo per le giornate di lavoro tremende) ma mi ricopro sempre di caprifoglio. Il caprifoglio è il profumo che mi contraddistingue.
Dovevo preparare una borsa non troppo grande che mi permettesse di entrare non osservata e di contenere quel che poteva essermi utile per andare direttamente al lavoro il mattino dopo. Ma non volevo pensare al mattino dopo.
Pochi mesi prima di quel tardo pomeriggio, e ci stavo pensando, ero in costume, in spiaggia, con la mia amica e il suo futuro marito, e scherzavamo sui travestimenti da mettere in atto per entrare negli alberghi... impermeabili di colori improponibili, cappelli, grandi occhiali da sole, parrucche (nera principalmente, come tanto piace al mio amico). E poi lui si è fatto serio e mi ha chiesto "ma, sinceramente, se ti dicesse che mollerebbe tutto per te, saresti pronta a prenderti il bagaglio a mano?" Si riferiva ai bambini.
Ricordo di aver risposto di si, che ci avevo pensato tanto, ma che la risposta era si... e ho sdrammatizzato ridendo e dicendo "te la immagini la comodità di avere dei figli che ha partorito un'altra? non devo nè soffrire nè smettere di fumare!" e sono andata avanti a tracannare la mia birra in riva al lago.
Quel tardo pomeriggio, mentre mi acchittavo per andare da lui, avevo proprio pensato a quella conversazione con il mio amico, al suo sguardo. Io mi conosco. E chi mi conosce sa cosa penso dei bambini. E quel mio amico conosce il valore della mia risposta. Non so, mi era venuto in mente. E anche questo fa parte della mia memoria.

Dovevo raggiungere un posto a me stranoto distante una decina di minuti da casa.
Mi sembrava un incredibile scherzo del destino. L'albergo è situato accanto al centro commerciale da cui avevo iniziato a scrivergli messaggi watsup... Gli avevo mandato la foto del dvd del film realizzato da Frances Bean, e per altro lì ero tornata durante una pausa pranzo per comprarne una copia per lui... che gli ho dato mesi e mesi dopo. Gli avevo mandato la foto per schernirlo dolcemente, visto che non era andato al cinema a vederlo, e lui mi aveva risposto "pensami mentre lo guardi" e forse era rimasto stupito quando ho ribattuto con un "io ti penso sempre".
Aspettavo la chiamata, il segnale, puoi partire.
Ricordo ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento... l'abito asimmetrico, gli scarponcini col tacco, le calze coprenti e il reggicalze, il cappotto grigio.
Ho ascoltato i megadeth lungo la strada e sono entrata nella hall senza curarmi di guardare se intorno a me qualcuno potesse conoscermi, dicendo buonasera agli impiegati e recandomi con passo sicuro verso le ascensori, come se sapessi perfettamente muovermi dentro quell'albergo, in cui entravo per la prima volta.
Con civetteria e paura mentre l'ascensore saliva ho controllato le mie calze, mi sono sincerata di essere in ordine. Sono arrivata al piano e ho trovato la porta.
Ho bussato.
Mi è stato aperto.
Ho sussurrato un flebile ciao, poi lui era così vicino che non era neanche più possibile respirare l'ossigeno, solo il suo profumo, e la cosa prende il cervello.
Non saprei neanche in quale ordine la borsa, il cappotto, il vestito siano caduti per terra.
Sentivo solo lui che mi sussurrava "finalmente", come ogni singola volta che ci siamo visti. Anche quando si svegliava al mattino dopo aver dormito insieme. Finalmente.
E mentre la sua maglietta bianca e i suoi jeans sparivano, io, non so come, ero per terra, con addosso solo calze e scarpe, e il reggicalze sgualcito e sganciato.
Credo che non possa esserci niente di più bello della passione sfrenata e senza limiti di due persone che si amano. Non è come essere appagate sessualmente da qualcuno che ci sa fare. C'è solo un uomo per te che sia in grado di farti sentire completamente a tuo agio, principessa e puttana, al suo servizio per il tuo, completamente compatibile con ogni angolo o curva del tuo corpo.
Tutti i baci meravigliosi e trasportanti della vita impallidiscono quando trovi QUEL bacio... e sei felice di averne dati tanti prima, così da avere un riscontro valido, quasi scientifico.
Quel momento in cui vorresti solo avere più paia di braccia, tipo dea Kali, al solo scopo di abbracciarlo di più.
Quando tutto è così perfetto e meraviglioso che non ti rendi conto nemmeno di dove tu sia, perchè senti solo la sua pelle, non senti più le lenzuola ruvide di un albergo, o quelle soffici e colorate di casa tua. e credi di volare. Perchè le cellule deputate a trasmettere le sensazioni tattili sono tutte concentrate sul suo corpo, sulla sua presa, sul suo calore. E non esiste letto, pavimento o parete. Sei solo con lui, lui ti tiene, tu lo tieni.
Inutile star qui a descrivere dettagli più o meno pornografici riguardo tutto il resto.
Ad una certa della mia vita io ho provato queste cose con un uomo. Ad un certo punto c'era una persona che mi faceva sentire bella, al mio posto, giusta, col desiderio di essere migliore.
Ad un certo punto io ho trovato la mia persona.

Dopo diverse ore si è addormentato, tutto infagottato come un bambino. Gli ho fatto una foto. Russava. Allora io mi sono messa a cantare The Hunging Tree perchè l'ha sempre fatto smettere.
Ho aperto il prosecco dal frigobar e ho bevuto alla sua salute mentre dormiva.
Quell'ultima notte non ho voluto dormire.
Dormire tra le sue braccia è una delle esperienze più meravigliose che io abbia mai fatto in vita mia, ma ho preferito privarmene per quella notte.
Ho preferito guardarlo in silenzio fino a che è sorto il sole, abbiamo bevuto insieme il caffè, abbiamo fatto l'amore l'ultima volta.
Poi si è vestito.
Si è sistemato la cravatta, si è seduto vicino a me e mi ha detto "sono pronto"
poi si è messo a piangere, dicendomi che non era vero, non era pronto.
L'ho baciato e gli ho detto "da oggi, ogni volta che bacerai qualcuno, fallo ad occhi aperti, perchè se li chiuderai, vedrai me".
La mia piccola maledizione d'amore.
Poi se n'è andato.
Mi sono vestita, sono uscita dall'albergo. Ho aperto la borsa del lavoro nel bagagliaio della mia macchina e, con le forbici che il mio buon cugino Luigi mi aveva fatto rubare in ospedale un giorno che gli avevano fatto male, ho tagliato una ciocca di capelli. L'ho riposta in un sacchetto igienico rubato in bagno e gliel'ho legata all'auto.
Ed è stata l'ultima volta che l'ho visto.
Otto scritto in orizzontale è il segno dell'infinito...

Non so se posso riuscire a spiegarmi ma, se mi leggete, magari nel buio della vostra stanza, guardate la persona che dorme accanto a voi, cercate di capire se, almeno lontanamente, provate quello che provo io per la mia persona. Se capite, smettetela di giudicarmi male. Se non capite, non giudicatemi affatto.
Io ho provato quel che non pensavo si potesse provare.
Non voglio passare il resto della mia vita per procedere a tentativi nella speranza di rievocare certe emozioni.

Io sono stata fortunata, ho conosciuto qualcosa che molti nemmeno immaginano. L'amore vero.
E niente, non posso farne a meno.
E non ha alcun senso vivere senza.

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