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Per cominciare

mercoledì 2 agosto 2017

Lest we forget

Io credo di essere pronta.
Ogni volta che ci ho pensato seriamente trovavo scuse assurde. Non so, anche tipo "chi avviserà i clienti di domani"
Ho avuto una serata di libertà, se così si può dire, senza mia madre qui.
Vorrei dire che ci ho dato dentro, ma il mio amico tatuatore ha limitato di molto le mie possibilità di spazio.
Riesco comunque ad imbrattare la tastiera di sangue mentre scrivo.
Ho pensato di chiedere aiuto, ma non so nemmeno a chi.
Io vorrei solo essere certa che la mia scelta venga rispettata e che nessuno gli faccia del male.
Vorrei che le mie amiche venissero qui a prendersi i miei vestiti, i miei stivali, i miei dischi e i miei gioielli, e che le mie cose continuino ad avere senso per qualcun altro.
Vorrei un pensiero per me, ogni tanto, magari il giorno del mio compleanno, o, che ne so, ad Hallowe'en.
Vorrei, se possibile, che si donassero i miei organi, magari a qualcuno che ha qualcosa da fare in questa vita. Lasciatemi le cornee però per favore.
Vorrei il mio Kepri, quello bianco che abita sullo scaffale vicino ai vasi canopi, sul cuore. E' solo un pezzo di sasso senza alcun valore, ma è comunque più integro del mio cuore.
Vorrei che qualcuno si prendesse cura dei miei conigli. Sheena è malata e io non sono nemmeno in grado di darle le medicine ogni giorno.
Io non credo di essere una perdita così importante. Non per chi è importante per me.
Ho bisogno di essere abbracciata e accarezzata, ma non valgo nemmeno qualche ora da amante ormai.
La vita non può essere correre a casa per giocare a farmville, così baro e sposto l'ora come più mi serve.
Non ne posso più.
Non so se devo chiedere ancora perdono a qualcuno per i miei peccati. Non sono ancora riuscita a capire quali cazzo siano i miei peccati.
Per favore rito civile, niente chiese.
E niente. Io credo che questa cosa chiuda il cerchio. Almeno così le mie cose sono sistemate.
Vorrei sentire le Hole quel giorno.
Buttate la mia macchina, è un catorcio.
Mettetemi sottoterra col mio pentacolo, e con i due ankh appesi alla porta d'ingresso, così mi riconosceranno e potrò aprire ogni uscio

lunedì 24 luglio 2017

Larve

La larva è una figura ricorrente nella mia vita, sia fisicamente che metaforicamente... che esotericamente.
Dovrebbe essere meraviglioso essere una larva. Mangi, mangi, mangi... poi dormi e ti svegli fighissima.
Marilyn Manson ci ha fatto un concept sulla metamorfosi della larva...
Per il mio lavoro la larva ha diverse funzioni... può essere cibo per pazienti insettivori... o può essere una cosa schifosa: la miasi.
Non c'è bisogno che io stia qui a spiegare dal punto di vista scientifico cosa sia la miasi. In soldoni tu hai un problema, di vario genere, sei debole e hai poche difese. Ti viene una piaga, per l'urina, per l'umido, per una ferita, e le mosche ci depongono le uova. Vengono fuori i cagnotti, e ti mangiano viva.
Questa è in soldoni la miasi.
Ha uno degli odori più schifosi della terra, e si riconosce subito.
Fa già schifo di suo, e non è sempre facile farci l'abitudine.
A me fa schifo, ho difficoltà a vederla e curarla, ma da quasi un anno a questa parte è peggio.
A maggio dell'anno scorso una collega gentile ha fatto un'ecografia alla mia vecchia cagnolina. Ha visto noduli, una milza enorme.
Siccome la mia cagnolina aveva difficoltà di deambulazione, non potevamo permetterci di lasciare quella milza lì, e aspettare che si rompesse da un momento all'altro per una caduta.
Sono andata in sala operatoria. Ho tolto una milza gigantesca e tumorale al mio cane. Ho visto inquietanti noduli su fegato e pancreas. Ho finto di non vedere e richiuso.
Lei è partita con i miei genitori per andare al lago. Ha passato una bellissima estate.
Poi a metà settembre io avevo un impegno di lavoro, l'ultimo che ho portato a termine, e dovevo andare a Cremona. Avevo barattato quel sacrificio con un vantaggio ad ottobre che mi serviva.
Mia madre è scesa a casa per accudire gatti e conigli, io sono partita.
Mi ricordo che quell'evento lavorativo, conclusosi di venerdì, mi aveva dato grandi soddisfazioni, avevo ricevuto dei riconoscimenti, delle conferme, delle gentilezze.
Mentre a Cremona ero in strada col trolley e mi stavo dirigendo alla macchina, ricordo di avergli mandato un messaggio, dicendo "tu rendi migliore la mia vita e mi fai desiderare di essere una persona migliore". Credo di non averlo mai detto a nessuno.
Torno a casa, un po' di chat con cam. Gli chiedo se lunedì sera, passato il week end e senza mia madre, avremmo fatto qualche porcheria... almeno via chat. Mi mancava.
Mia madre parte lunedì presto, io vado al lavoro.
Mi chiama verso l'ora di pranzo, addolorata, spaventata, incazzata nera con mio padre.
La miasi aveva preso il mio cane. E mamma dava la colpa a papà.
Scendete subito. Venite subito da me.
Un mio amico e collega ha aspettato con me, per aiutarmi.
Siamo partiti con la terapia. dopo un paio di ore di pulizie, mamma e papà son tornati a casa col cane.
Lui mi scrive un messaggio
"quando sei libera? ho bisogno di parlarti"
Usava sempre la parola bisogno. Di me aveva bisogno.
Trovo il tempo e mi faccio chiamare.
Credevo volesse sapere come stava il cane e consolarmi, come aveva fatto neanche un anno prima con il mio gatto.
Invece era sconvolto perchè per una catena senza fili erano infine arrivate a lui le voci che circolavano. Le mie tre amiche che mi hanno tradito.
Credevo mi chiamasse per consolarmi e starmi vicino. Invece era per dirmi che non ci potevamo più vedere.
Due giorni dopo, mercoledì, mi ha detto che, nonostante il suo più caro amico gli avesse consigliato di andare a vivere la sua vita, lui aveva deciso di non vedermi più.
La mia cagna è morta quel giorno, in un abbraccio d'amore.
Io sono morta due giorni prima. Il 12 settembre. In mezzo alle larve.


mercoledì 19 luglio 2017

Gli scherzi della mia memoria

E' curioso... immagino che se le informazioni scolastiche ed universitarie mi rimanessero impresse nella memoria così come altre cose, così vivide e chiare, mi sarei laureata perfettamente in corso e soprattutto sarei brava a studiare e a ricordarmi le cose.
E invece no.
8 mesi fa. Facevo la doccia. Non c'era quell'entusiasmo da ragazzina eccitata che precedeva ogni bonifica prima di vederlo, perchè sapevo che non sarebbe stato un incontro totalmente felice al 100%.
Ma facevo la mia doccia, canticchiando "pennyroyal tea" e cospargendomi di caprifoglio. La mia pelle ha sicuramente un odore, che io non sento (a parte quando puzzo per le giornate di lavoro tremende) ma mi ricopro sempre di caprifoglio. Il caprifoglio è il profumo che mi contraddistingue.
Dovevo preparare una borsa non troppo grande che mi permettesse di entrare non osservata e di contenere quel che poteva essermi utile per andare direttamente al lavoro il mattino dopo. Ma non volevo pensare al mattino dopo.
Pochi mesi prima di quel tardo pomeriggio, e ci stavo pensando, ero in costume, in spiaggia, con la mia amica e il suo futuro marito, e scherzavamo sui travestimenti da mettere in atto per entrare negli alberghi... impermeabili di colori improponibili, cappelli, grandi occhiali da sole, parrucche (nera principalmente, come tanto piace al mio amico). E poi lui si è fatto serio e mi ha chiesto "ma, sinceramente, se ti dicesse che mollerebbe tutto per te, saresti pronta a prenderti il bagaglio a mano?" Si riferiva ai bambini.
Ricordo di aver risposto di si, che ci avevo pensato tanto, ma che la risposta era si... e ho sdrammatizzato ridendo e dicendo "te la immagini la comodità di avere dei figli che ha partorito un'altra? non devo nè soffrire nè smettere di fumare!" e sono andata avanti a tracannare la mia birra in riva al lago.
Quel tardo pomeriggio, mentre mi acchittavo per andare da lui, avevo proprio pensato a quella conversazione con il mio amico, al suo sguardo. Io mi conosco. E chi mi conosce sa cosa penso dei bambini. E quel mio amico conosce il valore della mia risposta. Non so, mi era venuto in mente. E anche questo fa parte della mia memoria.

Dovevo raggiungere un posto a me stranoto distante una decina di minuti da casa.
Mi sembrava un incredibile scherzo del destino. L'albergo è situato accanto al centro commerciale da cui avevo iniziato a scrivergli messaggi watsup... Gli avevo mandato la foto del dvd del film realizzato da Frances Bean, e per altro lì ero tornata durante una pausa pranzo per comprarne una copia per lui... che gli ho dato mesi e mesi dopo. Gli avevo mandato la foto per schernirlo dolcemente, visto che non era andato al cinema a vederlo, e lui mi aveva risposto "pensami mentre lo guardi" e forse era rimasto stupito quando ho ribattuto con un "io ti penso sempre".
Aspettavo la chiamata, il segnale, puoi partire.
Ricordo ogni singolo dettaglio del mio abbigliamento... l'abito asimmetrico, gli scarponcini col tacco, le calze coprenti e il reggicalze, il cappotto grigio.
Ho ascoltato i megadeth lungo la strada e sono entrata nella hall senza curarmi di guardare se intorno a me qualcuno potesse conoscermi, dicendo buonasera agli impiegati e recandomi con passo sicuro verso le ascensori, come se sapessi perfettamente muovermi dentro quell'albergo, in cui entravo per la prima volta.
Con civetteria e paura mentre l'ascensore saliva ho controllato le mie calze, mi sono sincerata di essere in ordine. Sono arrivata al piano e ho trovato la porta.
Ho bussato.
Mi è stato aperto.
Ho sussurrato un flebile ciao, poi lui era così vicino che non era neanche più possibile respirare l'ossigeno, solo il suo profumo, e la cosa prende il cervello.
Non saprei neanche in quale ordine la borsa, il cappotto, il vestito siano caduti per terra.
Sentivo solo lui che mi sussurrava "finalmente", come ogni singola volta che ci siamo visti. Anche quando si svegliava al mattino dopo aver dormito insieme. Finalmente.
E mentre la sua maglietta bianca e i suoi jeans sparivano, io, non so come, ero per terra, con addosso solo calze e scarpe, e il reggicalze sgualcito e sganciato.
Credo che non possa esserci niente di più bello della passione sfrenata e senza limiti di due persone che si amano. Non è come essere appagate sessualmente da qualcuno che ci sa fare. C'è solo un uomo per te che sia in grado di farti sentire completamente a tuo agio, principessa e puttana, al suo servizio per il tuo, completamente compatibile con ogni angolo o curva del tuo corpo.
Tutti i baci meravigliosi e trasportanti della vita impallidiscono quando trovi QUEL bacio... e sei felice di averne dati tanti prima, così da avere un riscontro valido, quasi scientifico.
Quel momento in cui vorresti solo avere più paia di braccia, tipo dea Kali, al solo scopo di abbracciarlo di più.
Quando tutto è così perfetto e meraviglioso che non ti rendi conto nemmeno di dove tu sia, perchè senti solo la sua pelle, non senti più le lenzuola ruvide di un albergo, o quelle soffici e colorate di casa tua. e credi di volare. Perchè le cellule deputate a trasmettere le sensazioni tattili sono tutte concentrate sul suo corpo, sulla sua presa, sul suo calore. E non esiste letto, pavimento o parete. Sei solo con lui, lui ti tiene, tu lo tieni.
Inutile star qui a descrivere dettagli più o meno pornografici riguardo tutto il resto.
Ad una certa della mia vita io ho provato queste cose con un uomo. Ad un certo punto c'era una persona che mi faceva sentire bella, al mio posto, giusta, col desiderio di essere migliore.
Ad un certo punto io ho trovato la mia persona.

Dopo diverse ore si è addormentato, tutto infagottato come un bambino. Gli ho fatto una foto. Russava. Allora io mi sono messa a cantare The Hunging Tree perchè l'ha sempre fatto smettere.
Ho aperto il prosecco dal frigobar e ho bevuto alla sua salute mentre dormiva.
Quell'ultima notte non ho voluto dormire.
Dormire tra le sue braccia è una delle esperienze più meravigliose che io abbia mai fatto in vita mia, ma ho preferito privarmene per quella notte.
Ho preferito guardarlo in silenzio fino a che è sorto il sole, abbiamo bevuto insieme il caffè, abbiamo fatto l'amore l'ultima volta.
Poi si è vestito.
Si è sistemato la cravatta, si è seduto vicino a me e mi ha detto "sono pronto"
poi si è messo a piangere, dicendomi che non era vero, non era pronto.
L'ho baciato e gli ho detto "da oggi, ogni volta che bacerai qualcuno, fallo ad occhi aperti, perchè se li chiuderai, vedrai me".
La mia piccola maledizione d'amore.
Poi se n'è andato.
Mi sono vestita, sono uscita dall'albergo. Ho aperto la borsa del lavoro nel bagagliaio della mia macchina e, con le forbici che il mio buon cugino Luigi mi aveva fatto rubare in ospedale un giorno che gli avevano fatto male, ho tagliato una ciocca di capelli. L'ho riposta in un sacchetto igienico rubato in bagno e gliel'ho legata all'auto.
Ed è stata l'ultima volta che l'ho visto.
Otto scritto in orizzontale è il segno dell'infinito...

Non so se posso riuscire a spiegarmi ma, se mi leggete, magari nel buio della vostra stanza, guardate la persona che dorme accanto a voi, cercate di capire se, almeno lontanamente, provate quello che provo io per la mia persona. Se capite, smettetela di giudicarmi male. Se non capite, non giudicatemi affatto.
Io ho provato quel che non pensavo si potesse provare.
Non voglio passare il resto della mia vita per procedere a tentativi nella speranza di rievocare certe emozioni.

Io sono stata fortunata, ho conosciuto qualcosa che molti nemmeno immaginano. L'amore vero.
E niente, non posso farne a meno.
E non ha alcun senso vivere senza.

domenica 9 luglio 2017

Fritto misto

Succede di tutto
Non sono in grado di sostenere una visita ginecologica, madre e dottoressa si coalizzano contro di me.
Madre che cerca il brucaliffo al lavoro per tre giorni e ci parla.
Madre che ti obbliga ad andare dallo psicologo.
Madre che chiama direttamente lo psicologo.
Psicologo che ti chiama.

Non ne posso più

Guardo alla mia sinistra, il mio comodino... si perchè sono a letto. Ormai sono mesi che non mi porto più il portatile a letto... non serve più ormai.
Per alienarmi dal mondo giocando a farmville fino alle cinque del mattino basta il telefono.
Mi avvicino il meno possibile al computer. Mi ricorda di mesi e mesi di notti, ogni notte, passate a guardarlo attraverso lo schermo, tutto pieno di ditate. Come se a toccare la sua immagine sullo schermo potesse in qualche modo servire a sfiorarlo.

Guardo alla mia sinistra il mio comodino... bellissimo, foglia d'argento, un'occasione incredibile su ebay. Mi ha sempre fatto ridere il fatto di aver comprato i comodini su ebay.
Il primo cassetto, quello che una volta conteneva i beni di prima necessità (pillole anticoncezionali, limetta per le unghie, palline thailandesi, il mio bellissimo dildo, sigarette di scorta con accendino) ora sembra una farmacia ambulante... tavor in più dosaggi, benzodiazepine varie, melatonina, antistaminici... e lui... lo scatolino di gardenale. I barbiturici.
E' lì, intonso, comprato a gran fatica. Tutto programmato.
Poi, due giorni dopo, il ricatto. Il peggior ricatto che si possa fare. Minacciare di fare del male alla persona amata.
La persona amata in realtà stasera al telefono mi ha risposto con un fare seccato... dimmi... sto dando fastidio.
Sento male.
Sento tanto male che neanche lo so descrivere.

Non ho ancora deciso come gestire la cosa. Nel giro di 10 giorni sarò costretta ad andare dallo psichi. non riesco nemmeno a razionalizzare come fare, cosa fare.
Sedermi lì e tacere per un'ora?
Sedermi lì e piangere per un'ora?
Sedermi e vendicarmi di quello che mi hanno fatto raccontando tutto il rancore che ho nei confronti dei miei genitori per non essersi separati?
Tanto mia madre vuole sapere come procede l'analisi.
Mi sento così umiliata.
Mi sento come se mi avessero reciso la femorale e mia madre fosse lì a dirmi "e ma insomma che palle non potresti sforzarti di non sanguinare?"

Non voglio fare più niente,
Non voglio fare più niente di niente
Voglio morire e voglio rendere pubblico che sono stata ricattata nel caso ci riuscissi.

domenica 25 giugno 2017

La morte del cigno

Stasera ho provato a guardare "Il cigno nero", film ormai vecchio che ho sempre boicottato in quanto non mi ispirava minimamente. Inoltre c'è la Portman che non è esattamente la mia attrice preferita.
Va beh il film mi ha fatto cagare per una serie di motivi che non hanno grande significato... ma ci sono delle scene...
Ovviamente la Portman ha una controfigura in quanto non è una ballerina. Quando alla fine del film ci sono le scene durante la prima dello spettacolo lei viene inquadrata in viso (con grande maestria per dare il senso del movimento, visto che non si può vedere a figura intera) e la si sente respirare, nonostante la musica stupenda.
Inquadrano i piedi della ballerina, si sente il rumore delle punte sul pavimento.
Si vedono scene di preparazione delle punte stesse, la rottura della suola, i colpi sul pavimento, il cucire nastri ed elastici, il tagliuzzare la suola.
Ho pianto.
Non voglio dire che mi manca, perchè non è che danzare mi manchi in sè... mi manca come ero. Mi manca quell'anno in cui ero così felice da riprendere in mano totalmente la mia vita e decidere, fra le altre cose, di fare molti sacrifici (anche economici) e riprendere a danzare.
Non sono mai stata la più brava, inoltre col mio fisico e il mio seno sono veramente poco credibile come ballerina... ma lo facevo con passione ed impegno... fino a dove il mio semitendinoso infortunato e il mio legamento crociato di pongo potevano spingersi.
Ho passato una vita a studiare in apertura davanti all'armadio, o coi piedi incastrati tra le sponde del letto per fare stretching anche alle due di notte.
Per anni ogni volta che ero triste o nervosa mi alzavo dal letto, mettevo le punte e facevo échappé fino a farmi sanguinare le dita.
Ho perso unghie, ho le piante dei piedi spesse, con i calli dovuti alle suole delle mezze, posso camminare sulla sabbia calda e sentir fastidio 10-15 secondi dopo una persona normale.
Lo studio della danza, classica, jazz, moderna, di carattere e hip hop mi ha insegnato tanto. Non mi ha mai raddrizzato le spalle ma mi ha dato gambe stupende e un culino piccolo e inutile, ma di marmo. Mi ha insegnato la disciplina, il rigore, l'impegno, la pazienza, e il desiderio di riuscire a fare cose più o meno impossibili, coordinando parti del corpo.
Ho lottato per tutta l'infanzia per poterlo fare, la mia prima iscrizione è arrivata in seconda media... e mi ricordo che avevo chiamato il mio fidanzatino per dirglielo, piangevo di gioia quando finalmente mi hanno lasciato andare.

Poi gli infortuni, gli impegni universitari. Non riuscivo più a stare dietro a niente a causa dell'università... ho lasciato tante cose una dopo l'altra. L'ultima fu la danza.
L'anno scorso, quando avevo ricominciato a vivere e stavo bene, mi era sembrata la cosa più normale del mondo iscrivermi di nuovo. C'era voluto un po' per trovare una scuola, per accomodare i turni di lavoro, per trovare i soldi.
Ma ero così felice... Mi ricordo il giorno in cui sono andata dietro alla Scala a comprare le punte nuove... mi ero vestita bene e mi ero truccata. Avevo preso la metropolitana sorridente. Sorridevo a tutti.
Poi mi sono seduta su una panchina in centro a rimirare il mio acquisto, per poi tornare di corsa a casa a cucire, rompere suole e provare qualcosa davanti allo specchio della camera da letto.

E' incredibile come non sia possibile per me riprovare quel tipo di emozione, come io sia così tanto disperata da non poter trovare conforto in quello che ho sempre amato... solo perchè ho trovato un amore più grande che mi assorbe.
Niente serve più a niente.
E soprattutto, nonostante le versioni assurde, Odette alla fine, per amore di Sigfrido, si sacrifica e muore



sabato 17 giugno 2017

Se questa è una ragazza...

Ragazza poi... mia madre continua a farmi notare come ormai ho quasi 40 anni, e me lo dice nell'ottica "svegliati, non sei più una ragazzina"
Ogni volta che qualcuno mi ricorda la mia età a me viene solo da pensare che quindi, se non ho concluso niente prima, tutto sarà solo più difficile poi.
Tra lacrime e urla ho detto a mia madre, che continua a cercare di mandarmi dallo psichi, che cosa lo psichi diceva del Brucaliffo. Le ho spiegato in che modo, dopo il primo corso di novembre 2009, ho cominciato a scegliere cosa frequentare per la mia formazione. Ho sempre gestito tutto come se il programma di corso fosse il bill di un festival, ma senza special guest restava l'amaro in bocca.
Non so ancora cosa riuscirò a fare giovedì alla mia visita annuale. E' buffo... sono 23 anni che bazzico tra ginecologi, ecografisti... La mia stupida malattia mi ha portato ovunque. Da ragazzetta volevo solo dottoresse donne. Poi, per forza di cose, mi è capitato di tutto, compreso il plotone di specializzandi. Me li ricordo, buffi, tutti in piedi davanti alle mie gambe divaricate, a chinarsi per guardare un po' me un po' lo schermo, annuendo e arrossendo quando io parlavo di sincopi ed episodi lipotimici... e loro non sapevano di cosa stessi narrando. Non mi ha mai imbarazzato. Voi siete i medici, io sono la carne malata su cui voi dovete intervenire.
Il 70% delle visite e degli accertamenti fatti negli anni sono stati dolorosi. E per dolorosi intendo da antidolorifici per riprendere non dico a camminare, ma almeno una postura eretta subito dopo.
Per dare un'idea dei dolori a cui sono da sempre abituata, quando ho avuto le mie prime coliche renali, ho sopportato quasi 48 ore, pensando "ma si tanto è lo stupido utero".
Il dolore non mi spaventa.
Ma sono terrorizzata all'idea della visita.
Mi sento come se dovessi andare a farmi stuprare consapevolmente. Con dolcezza, per una buona causa (??). Non riesco a pensare di riuscire a sopportare. E non è mai stato un problema.
Vorrei non dover essere visitata. Vorrei che mi visitasse per trovare qualcosa di incurabile.
Non sono pronta a stare nuda sul lettino a fare la palpazione del seno.
Ad aprire l'agenda e vedere l'orario dell'appuntamento mi manca il respiro e comincio a sentirmi male.
Non ci posso credere che qualcuno mi debba toccare.
Non ci posso credere che mia madre mi abbia detto di far contento qualcuno interessato a me anche se a me non interessa, pur di fare sesso
Anche tu hai bisogno di qualcuno che ti coccoli, magari non ti innamori, ma almeno qualche ora di vita.
Le sagge parole di chi scopa da sempre come se fosse pranzare alle 12 o fare pipì al mattino... è un'esigenza fisiologica, trova qualcuno per svolgerla.
Sono atterrita
Sono senza fiato.
Non riesco a girarmi, guardarli in faccia e dirgli MA PERCHE' CAZZO NON VI SIETE SEPARATI CHE SAREMMO STATI MEGLIO IN 4 O FORSE ANCHE IN 6 PIU' ULTERIORI FIGLI?
Ma davvero io mi devo sentir dire da mia madre di trovarmi qualcuno per scopare?
A parte che in 25 anni di onorata carriera da un letto ad un altro, non ho mai avuto bisogno di farmi dire da qualcuno che dovevo scopare, sceglievo e scopavo.
Uomini, donne, coppie... ho fatto tutto quello che volevo. E se chi desideravo non mi corrispondeva, boh peggio per lui.
Ma sentirmi dire da mia madre che devo scopare...

mercoledì 14 giugno 2017

Un aspirante suicida parla con la sua anima

Aprii la mia bocca alla mia anima, che potessi rispondere a ciò che aveva detto: “È troppo per me oggi, che la mia anima non discorra con me! È davvero eccessivo per esagerazione, è come se mi ignorasse. Non se ne vada la mia anima, ma aspetti per me […]. [Essa sta] nel mio corpo come una rete di corda, ma non le avverrà di evitare il giorno della disgrazia. Ecco, la mia anima mi porta fuori di strada, ma io non le do ascolto; mi trascina alla morte, prima che sia venuto a essa, e mi getta sul fuoco per bruciarmi […]. Si avvicina a me il giorno della disgrazia, e sta da quel lato come farebbe un [demone?]. Tale è colui che esce fuori per portarsi a lui. O mia anima, che sia incapace di consolare la miseria in vita, e mi scoraggi dalla morte, prima che sia venuto a lei, fa’ dolce per me l’Occidente! È forse una disgrazia? La vita è un’alterna vicenda, e anche gli alberi cadono. Passa sopra il male, perché la mia miseria dura. Thot mi giudicherà, lui che pacifica gli dei! Khonsu mi difenderà, lui che è lo scriba per eccellenza! Ra udrà le mie parole, lui che comanda la barca solare! Mi difenderà Isdes (Thot) nella Sala Santa, perché il bisognoso è pesato [coi pesi] che (dio) ha sollevato per me! È dolce che gli dèi allontanino i segreti del mio corpo!” Ciò che la mia anima disse: “Non sei forse un uomo? Tu invero sei vivo, ma qual è il tuo profitto? Prenditi cura della vita (?) come (se tu fossi) ricco”.
“Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore degli avvoltoi, un giorno di estate, quando il cielo è ardente. Ecco, il mio nome puzza, ecco, [più che il fetore ] di un prenditore di pesci, un giorno di presa, quando il cielo è caldo. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore delle oche, più (che il fetore) di un canneto pieno d’uccelli acquatici. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore dei pescatori, più che le insenature paludose dove hanno pescato. Ecco, il mio nome puzza, ecco, più che il fetore dei coccodrilli, più che star seduti presso le rive piene di coccodrilli. A chi parlerò oggi? i cuori sono rapaci, ognuno prende i beni del compagno. (A chi parlerò oggi?) La gentilezza è perita, la violenza si abbatte su ognuno. A chi parlerò oggi? Si è soddisfatti del male, il bene è buttato a terra dovunque. A chi parlerò oggi? Un uomo che dovrebbe far adirare per le sue azioni malvagie, fa ridere tutti per il suo iniquo peccato. A chi parlerò oggi? Si depreda, ognuno deruba il suo compagno. A chi parlerò oggi? Il criminale è un amico intimo, il fratello insieme al quale si agiva è divenuto un nemico. La morte è davanti a me oggi, come quando un malato risana, come l’uscir fuori da una detenzione. La morte è davanti a me oggi, come il profumo della mirra, come seder sotto una vela in una giornata divento. La morte è davanti a me oggi, come il profumo dei loti, come seder sulla riva del Paese dell’Ebbrezza. La morte è davanti a me oggi, come una strada battuta, come quando un uomo torna a casa sua da una spedizione. La morte è davanti a me oggi, come il tornar sereno del cielo, come un uomo che riesce a veder chiaro in ciò che non conosceva. La morte è davanti a me oggi, come quando un uomo desidera veder casa sua, dopo molti anni passati in prigionia”. Ciò che disse la mia anima a me: “Butta la lamentela sul piolo (?), camerata e fratello, fa’ offerte sul braciere, attaccati alla vita come ho detto. Desiderami qui, rinvia per te l’Occidente
Quando giungerai all’Occidente
Dopo che il tuo corpo si sarà unito alla terra, e allora abiteremo insieme”.